Allarme di Confindustria: Italia spaccata a metà

Pubblicato il 5 Dicembre 2009 - 17:49 OLTRE 6 MESI FA

Il divario di sviluppo economico tra Nord e Sud è di 42 punti e mostra ancora una volta un Paese spaccato a metà: è quanto emerge dall’edizione 2009 degli indicatori sintetici di sviluppo di Confindustria che ai tradizionali indici come il Pil pro capite affianca altri indicatori capaci di riflettere più direttamente la qualità della vita. Fatta 100 la media nazionale nel periodo 2007-2008, spiega Confindustria, il centro nord ha un indice di 114,9 mentre il mezzogiorno si ferma a quota 72.

Il divario tra Sud e Nord quindi è rimasto invariato ma il ritardo del Sud risulta molto più marcato a mano a mano che dal valore medio complessivo delle grandi ripartizioni si scende alle regioni e alle province. Tra la Valle d’Aosta che registra un indice di sviluppo del 132,8 e la Calabria che è a quota 66 il distacco sfiora i 67 punti, superiore di circa 5 rispetto all’anno scorso. L’ultima provincia in graduatoria per sviluppo economico resta Vibo Valentia con 54,1 punti e 84 punti in meno rispetto alla provincia più ricca che si conferma essere Milano (a quota 138,6). Confindustria sottolinea come sia «preoccupante» che nessuna delle prime 22 province per indici di sviluppo sia nel Mezzogiorno mentre si trovino nel Sud le 22 province con gli indici peggiori.

«Sono dati – afferma l’associazione degli industriali – che offrono l’immagine di un Paese fortemente articolato nelle sue specificità territoriali, nel quale gli irrisolti divari tradizionali, come quello classico tra Nord e Sud, si intrecciano, area per area, con quelli generati dalla rivoluzione tecnologica e dalle modifiche demografiche». Lo studio che Confindustria pubblica ormai da oltre vent’anni (la prima edizione risale al 1988) rappresenta una raccolta ragionata, a scala territoriale dettagliata, delle principali variabili demografiche, occupazionali, produttive, settoriali e finanziarie.