Borse nel mondo, Cina e Corea affossano: analisi numeri e..

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Gennaio 2016 - 13:16 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Borse affossate nel mondo dalla Cina, scrive il Wall Street Journal. “Cina e Nord Corea affossano i listini internazionali” rilancia su Uomini & Business la Cassa Lombarda, in un post dal titolo:

Borse nel mondo, Cina e Corea affossano: analisi numeri e...

Kim Jng-Un: con la sua bomba sedicente H ha scosso le Borse del Mondo, ma la Cina ha fatto di peggio

“Borse a capofitto”. Eccolo:

Azioni: La crescente preoccupazione di un rallentamento cinese e il test nucleare nordcoreano hanno affossato ieri i listini internazionali. Le borse del Vecchio Continente hanno registrato pesanti perdite nonostante il Pmi Composite di Eurozona sia salito a dicembre, rispetto a novembre, da 54,2 a 54,3 punti contro le attese degli economisti che avevano previsto una conferma della stima preliminare per un calo a 54 punti. Milano, maglia nera di giornata, affossata dal comparto bancario dove Unicredit sconta il downgrade di JP Morgan e il lusso il rallentamento delle economie emergenti. Il clima di sfiducia ha regnato anche a Wall Street nonostante a dicembre nel settore privato siano stati creati 257 mila nuovi posti di lavoro, dai 211 mila di novembre, ben oltre i 198 mila attesi. Nuova seduta orribile per i listini cinesi dove le contrattazioni sono state sospese per il resto della giornata, seconda volta in 4 giorni, quando le perdite hanno raggiunto il limite di -7%. Per le borse cinesi è il peggior inizio anno degli ultimi due decenni. A pesare l’ennesima svalutazione del renminbi, sui minimi di marzo 2011, fissata dalla Banca Centrale. Secondo lo Shanghai Securities News le autorità di mercato cinesi prolungheranno il divieto imposto agli azionisti e amministratori di società quotate di vendere azioni in attesa del varo di misure permanenti. Il quotidiano afferma che probabilmente sarà reso permanente l’attuale divieto che inibisce le vendite a tutti gli investitori che detengono almeno il 5% di azioni negoziabili di una società. L’onda globale di vendite non risparmia Tokyo che stamane chiude in calo del 2,3%. Listini europei pesantemente negativi in avvio di seduta.

Obbligazioni: Lo spettro di una deflazione in Eurozona continua a sostenere i governativi con acquisti diffusi. Il Btp decennale scende sotto l’1,50% di rendimento offerto attestandosi a 1,48% con lo spread verso i pari scadenza tedeschi sempre in area 96 bps. Secondo Ubs nel settore HY nel 2016 si registreranno emissioni per 239 miliardi di dollari in calo dell’ 8,8% rispetto al 2015 con un tasso di default medio atteso in area 5%-6%. La richiesta di asset sicuri spinge su minimi storici il decennale sudcoreano al 2,02% e gli altri governativi considerati “porti sicuri” come i Treasuries americani i cui rendimenti sulla parte lunga della curva sono inferiori oggi rispetto al 16 dicembre scorso quando la Fed ha rialzato i tassi di interesse.

FX: dollaro americano volatile in queste giornate dopo aver oscillato tra 1,07 e 1,0950 stamane consolida quota 1,0800. Negli Usa si conferma il buono stato di salute del mercato del lavoro dopo la pubblicazione del dato Adp di dicembre. A novembre negli Usa si è registrato un surplus della bilancia commerciale di 42,3 miliardi di dollari con l’import di materiali industriali quali greggio, ferro e acciaio ai minimi dal 2009; in frenata anche l’export ai minimi dal 2012 sulla forza del dollaro. Breve battuta d’arresto per l’industria Usa con gli ordini all’industria di novembre scesi a +0,2% da +1,3% di ottobre rivisto al ribasso da +1,5%. Delude, negativamente, a sorpresa l’indice ISM non-manifatturiero sceso a dicembre, rispetto a novembre, da 55,9 a 55,3 punti sui minimi da aprile 2014. Gli economisti avevano previsto un aumento a 56,4 punti. Secondo Stanley Fischer, vice presidente Fed, la Banca centrale Usa potrebbe aumentare i tassi di interesse quattro volte nel corso del 2016, secondo cui “il calo dei prezzi del petrolio e l’apprezzamento del dollaro non possono andare avanti per sempre”. Dalle minute del Fomc dello scorso dicembre si evince come alcuni membri siano preoccupati della bassa inflazione ed erano restii al primo rialzo dei tassi Usa dell’ultimo decennio. La maggioranza dei membri si è detta favorevole per il futuro ad adeguare la politica monetaria Fed rispetto l’evoluzione dell’economia domestica. JPY in rialzo, sui massimi di agosto contro Usd. AUD e NZD deboli sui timori degli operatori che il rallentamento cinese possa minare la già debole crescita dei paesi. CAD e NOK deboli in scia alla debolezza del greggio.

Commodities: petrolio in netto calo, con il Brent ai minimi degli ultimi 11 anni, sul rallentamento cinese, la crescita delle scorte Usa e sulle tensioni tra Iran e Arabia Saudita dopo la decisione di Riad di vendere a sconto petrolio ai clienti europei per interferire con la maggiore produzione iraniana dopo la revoca delle sanzioni internazionali. Il clima di pessimismo sui mercati sostiene le quotazioni dei metalli preziosi.