Corte dei conti: ancora troppi quelli che non pagano i condoni del biennio 2002-2004

Pubblicato il 30 Giugno 2012 - 13:49 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Riuscire a riscuotere i 5,2 miliardi sui 26 miliardi attesi dai maxi condoni del 2002-2004 voluti da Berlusconi-Tremonti, continua ad essere un’impresa davvero ardua. A certificare il rischio concreto di un nuovo flop fiscale è la Corte dei conti che nel rapporto sul bilancio dello Stato nel 2011appena consegnato alle Camere e al Governo.

Sarà infatti un’impresa pressoché impossibile riuscire a riscuotere questi soldi che ancora mancavano all’appello dopo gli accertamenti di un anno fa. Di questa somma a fine 2011 il fisco è riuscito a incassare poco più di 1 miliardo, quindi con una pendenza ancora da riscuotere di 4,1 miliardi. Secondo quello che scrive il Sole 24Ore oggi 30 giugno, “si tratta di un vero e proprio fallimento e insieme un pericolo in più per la tenuta dei conti pubblici anche in proiezione del pareggio di bilancio, visto che la caccia agli evasori del condono un anno fa fu inserito di peso tra le misure della manovra estiva per far quadrare i conti”.

A certificare il rischio concreto di un nuovo flop fiscale è la Corte dei conti. Nel rapporto sul bilancio dello Stato ha lanciato l’allarme: “I risultati finora conseguiti sono lontani dalle aspettative – afferma la magistratura contabile – e inducono a valutazioni molto caute circa l’effettiva possibilità di recupero di ulteriori rilevanti quote dell’ammontare complessivo delle somme ancora dovute all’Erario”.

Spiega il Sole 24Ore: “Dopo la manovra estiva del 2011 e la relativa indagine condotta da Equitalia fino a novembre scorso, il Fisco a questo punto dovrebbe conoscere per nome e cognome tutti i furbetti dei condoni che, dopo aver pagato la prima rata, si sono immediatamente dileguati lasciando dietro di sé un autentico buco di incassi. Sono stati identificati ben 63mila codici fiscali di contribuenti che hanno aderito al concordato preventivo, all’integrativa semplice, al condono tombale, alla sanatoria delle scritture contabili e alla definizione delle liti pendenti. Nei loro confronti risultano ancora pendenti iscrizioni a ruolo che, al netto degli sgravi, valgono 1,9 miliardi. Di questi, il carico residuo indicato da Equitalia ammonta ancora a 1,58 miliardi”.

Secondo la Corte dei conti, le percentuali di riscossione sono ancora bassissime: appena il 16,6% sul carico netto, in lievissimo aumento rispetto al 15,7% registrato nel settembre dell’anno scorso all’indomani della manovra estiva. Gli stessi valori assoluti della riscossione testimoniano il passo da lumaca dei recuperi del Fisco nei confronti degli evasori: a marzo 2012 le riscossioni sono state appena pari a 14,7 milioni di euro. Le briciole, insomma.

La parte preponderante (circa il 69%) riguarda  gli omessi o insufficienti versamenti.