Falsi miti: se l’Europa latina produce più della Germania

Pubblicato il 6 Giugno 2011 - 12:18 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Le considerazioni della cancelliera tedesca Angela Merkel secondo cui nei paesi dell’Europa latina come Grecia, Spagna e Portogallo regna il “lassismo sociale” sono state confutate da un’analisi della banca francese Natixis, che ha scoperto come i “tedeschi lavorano molto meno rispetti agli europei meridionali e non lavorano più intensamente”, come ha sottolineato Patrick Artus, capo economista di Natixis.

L’analisi fa una chiara panoramica delle ore di lavoro e delle età medie di pensionamento: in media un tedesco lavora 1390 ore l’anno e va in pensione a 62,2 anni, al contrario di Grecia dove le ore lavorative annuali sono in media 2119 e con 61,5 anni in media di età per la pensione. Il Portogallo è il paese dove l’età media di pensionamento è più alta con i suoi 62,6 anni in cui il lavoratore in un anno è impegnato per 1719 ore, situazione simile a quella spagnola con età media di pensionamento pari a 62,3 anni e le sue 1654 ore di lavoro. Anche l’Italia è un paese meno “lasso socialmente” di quanto la cancelliera Merkel possa pensare con le sue 1773 ore lavorative in media all’anno, anche se la pensione arriva prima, in media attorno ai 60 anni di età.

Se dunque i paesi dell’Europa latini sono tutt’altro che “lassi”, rimane il dubbio sulla profonda differenza in termini di guadagni tra uno stato come la Germania e ad esempio la Grecia, paese in cui la crisi economica ha suscitato profondi disagi. La risposta secondo Artus è da cercare nella “qualità” del lavoro, poiché lo stato tedesco da sempre punta sull’innovazione e la ricerca, investendo nella specializzazione dell’industria di alto livello, agevolato anche dai risparmi elevati del settore privato, oltre che dalla manodopera altamente qualificata, al contrario di Grecia, Spagna e Portogallo.

Il numero di brevetti che ogni anno la Germania deposita supera di 70 volte il numero di brevetti depositati da Spagna, Portogallo e Grecia messi insieme, una testimonianza significativa delle differenti scelte economiche attuate dai vari paesi, da cui si evince che il netto divario non è delineato dal “lassismo sociale”, bensì dal mancato investimento in ricerca ed innovazione da parte dei paesi delle’Europa latina, che a fronte di una maggiore produzione rispetto alla Germania non ottengono gli stessi guadagni.