255 miliardi nascosti al Fisco: cinque volte più di 30 anni fa

Pubblicato il 12 Dicembre 2011 - 11:48 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’evasione negli ultimi 30 anni è aumentata di cinque volte: nel 1981 i soldi nascosti al Fisco equivalevano a 54 miliardi di euro. Oggi invece i soldi evasi sono stati calcolati tra i 255 e i 275 miliardi di euro. Secondo il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, l’evasione fiscale vale tra il 16,3% e il 17,5% del Prodotto Interno Lordo.

In questi 30 anni si sono susseguiti vari metodi per cercare di scoprire gli evasori: prima il carcere, nel 982, poi il redditometro. Ma la compilazione del questionario ha causato proteste (era troppo difficile) e si è rivelato insufficiente.

Spiega Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, che su 76.025 cartelle spedite ad altrettanti contribuenti sulla base delle incongruenze rilevate con il redditometro, in ben 32.081 casi i destinatari erano riusciti a dare spiegazioni plausibili mentre gli evasori conclamati erano “soltanto” 12.247.

Eppure il fenomeno è sotto gli occhi di tutti: nel 2010 l’Ansa scriveva che “il 64% degli yacht che circolano in Italia sono intestati a nullatenenti o ad arzilli prestanomi ultraottantenni o a società di comodo italiane o estere per evadere le tasse”. I dati sono stati rafforzati dalle notizie degli ultimi giorni: secondo le tabelle pubblicate dal Sole 24 Ore, sono il 42% dei possessori di barche che saranno soggette alle nuove tasse previste in manovra. In totale sono 42 mila su 99 mila possessori di “super barche”.

Ma questo è niente, se si pensa che in questa fascia di reddito rientrano anche 518 contribuenti che possiedono l’aereo. Sono i “finti poveri” che non dichiarano le tasse o che si fanno intestare beni di altri. Ma anche chi guadagna tra i 20 mila e i 50 mila euro l’anno difficilmente potrà possedere un jet: invece sono 604, cioè il 30% di quelli che dovranno pagare la patrimoniale su questo bene di lusso.