Marchionne: “L’Alfa Romeo non è in vendita, ma per 20 miliardi ci penso. Governo? Ci vuole chiarezza”

Pubblicato il 17 Novembre 2010 - 07:52 OLTRE 6 MESI FA

L'ad di Fiat Sergio Marchionne

Sergio Marchionne, che non ha in programma per ora la vendita di Alfa Romeo, da Los Angeles chiede chiarezza al governo. L’amministratore delegato di Fiat infatti ha detto, riferendosi ad alcune voci di cessione:  ”Alfa Romeo non è in vendita, ma certo ”se mi offrissero un assegno da 20 miliardi mi siederei al tavolo, ci penserei”. Poi ha tenuto a chiarire:  ”Non ho mai detto che avremmo fuso” Fiat e Chrysler.

Mentre torna a chiarire il report diffuso da Morgan Stanley, chiede stabilità a livello politico: ”Una possibile crisi di governo? O ce l’abbiamo o non ce l’abbiamo. E’ questo il problema. Non è un bel modo per gestire il paese. La mancanza di chiarezza è quello che innervosisce il mondo intero. Le persone serie queste cose non le fanno”

“Noi abbiamo bisogno di stabilità per fare le cose. L’instabilità non aiuta né a livello di clientela né a livello di gestione industriale del paese. Abbiamo bisogno di certezze”, ha aggiunto Marchionne osservando che ”l’instabilità politica in Europa non aiuta. Non è un problema solo italiano è europeo. E’ una situazione non facile che va impattare anche sull’atteggiamento dei consumatori e dei clienti. Si è visto benissimo l’impatto sul livello occupazionale in Italia. A Mirafiori e in altri impianti ho sempre detto che avremmo adeguato la produzione alla domanda. C’è un problema di sovracapacità. Nessun produttore europeo sta guadagnando soldi”.

”Il mercato dell’auto italiano sta uscendo da un periodo di incentivi: l’avevo detto dall’inizio dell’anno e non mi sorprende. Il mercato sta cercando di ritrovare l’equilibrio. L’aver drogato il mercato per 24 mesi e poi aver staccato la spina, fa tornare tutto alla normalità anche se – aggiunge Marcchionne – ci vorrà del tempo: ci saranno 12 mesi di inferno. Fino a marzo ci siamo portati dietro i buoni risultati del 2009, poi è finita la cuccagna: adesso ci facciamo 9 mesi del 2010 e i primi 3 del 2011 d’inferno e l’instabilità non aiuta”.