“I lavori di Finmeccanica alla società di Pacini Battaglia e Guarguaglini”, Claudio Gatti sul ‘Sole’

Pubblicato il 15 Aprile 2011 - 14:40 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – E’ possibile, si chiede Claudio Gatti sul ‘Sole24Ore’, “che un manager di Stato del calibro di Pier Francesco Guarguaglini, appena confermato alla presidenza di Finmeccanica, si sia accordato con un faccendiere per fare affari a spese di società del gruppo da lui stesso amministrato?”. La risposta, leggendo un articolo dal titolo “Chicchi e il Giallo appalti Trs”, sembra essere positiva.

Gatti, in particolare, va indietro nel tempo ricordando un accordo tra Guarguaglini e Pierfrancesco Pacini Battaglia, “condannato a sei anni di reclusione per appropriazione indebita nell’inchiesta sui fondi neri dell’Eni e battezzato dai giudici ‘il banchiere un gradino sotto a Dio'”.

Secondo quanto scrive Gatti, ‘Il Sole24Ore’ ha “scoperto che nel corso degli ultimi 10 anni una società costituita negli anni 90 da Guarguaglini e Pacini Battaglia ha beneficiato – direttamente o come consorziata – di centinaia di commesse del gruppo Finmeccanica”.

“Per ricostruire in dettaglio questa storia – scrive Gatti – occorre tornare indietro di una quindicina di anni. A quando Guarguaglini era amministratore delegato della Oto Melara, società spezzina che il gruppo Finmeccanica aveva acquisito dalla liquidazione dell’Efim per integrarla nell’ambito di un neonato comparto difesa. Il collegamento con Pacini Battaglia fu scoperto casualmente dagli inquirenti nel corso di un’indagine che all’epoca si concluse nel nulla. Anzi, con una richiesta di archiviazione della stessa procura che vi indagò”.

“A decifrare la natura del loro rapporto – si legge ancora – fu il Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (Scico) della Guardia di Finanza di Firenze, che alla fine di una minuziosa indagine, nel dicembre ’97, stese una relazione: ‘L’accertamento ha permesso di confermare quanto già esposto circa il disegno criminoso posto in essere dal sodalizio Pacini-Guarguaglini, chiarendone le modalità operative e individuando le strutture societarie utilizzate. In particolare, dall’esame svolto è emerso, in maniera chiara e inequivocabile, il disegno criminoso ideato dal Pacini Battaglia con la partecipazione del Guarguaglini, rivolto a controllare, tramite alcune società lussemburghesi certe aziende italiane (Trs, Magint, Neftel)… Tale attività… era rivolta a sfruttare l’ormai prossima nomina del Guarguaglini quale “numero uno” dell’Alenia Spa (la controllata di Finmeccanica poi diventata Selex Sistemi Integrati, ndr). In pratica, il Guarguaglini, una volta ricevuta la nomina, avrebbe elargito commesse alle società controllate anche dal medesimo, tramite le societa costituite insieme al Pacini. Così facendo, il sodalizio in indagine avrebbe distratto, di volta in volta, parte delle disponibilità economiche dell’Alenia Spa, senza in alcun modo figurare'”.

Continua la ricostruzione del Sole 24 Ore: “Il 12 gennaio 1996, il ‘banchiere un gradino sotto a Dio’ ricostruisce così per i suoi soci l’evoluzione del rapporto: ‘Andai da Guarguaglini e dissi: “Guardiamo di fare una serie di affari”. Perché sicuramente … diventa capo di difesa e spazio’. Pacini spiega poi ai soci di aver creato scatole vuote come la Magint per ottenere contratti grazie a Guarguaglini. ‘Io sono andato a parlare con l’Alenia. E l’Alenia non è interessata alla Magint… In Alenia si sostiene che Magint è una stronzata nata … E se tu fossi amministratore capo dell’Alenia, verresti e mi diresti: “La Magint a noi che ci dà?”

E io ti risponderei: “Nulla”. Perché alla Magint non abbiamo nessun progetto nostro. Noi abbiamo solo copicchiato tre o quattro segate… Ti ho detto com’è il discorso. È che noi si disse: “Si fa la Magint perché Guarguaglini diventa capo dell’Alenia… Allora il discorso mi va bene. Ma non cominciamo a montarci… Qui o te diventi capo dell’Alenia, e allora chiami il tuo direttore generale e gli dici: “Questo lavoro lo fa la Magint! Lo potremmo far noi come Alenia, ma per ragioni strategiche lo fa la Magint”. Anzi fai di più. Gli ho detto: “Piero… te prendi, vai all’Alenia e dici: dato che spendi 250 miliardi l’anno anche se ne spendi 250 miliardi e 500 milioni e compri il 35%… e dici…è una nostra consociata”. Altrimenti facciamola finita: questa società qui non ha vita… Si può tutta la vita finanziare società sperando che quello diventi capo? Perché c’è anche il rischio che può morire. O che va a finì sotto inchiesta’”.(…)

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