Il fisco supera gli studi di settore: accertamenti sui ricavi delle imprese

Pubblicato il 14 Febbraio 2011 - 12:40 OLTRE 6 MESI FA

Gli uffici territoriali dell’amministrazione finanziaria stanno passando al setaccio gli studi di settore per accertare maggiori ricavi alle imprese. In questa direzione si sono già mossi a Brescia, dove però è già arrivato un primo stop, e Pavia. In entrambi i casi gli avvisi di accertamento sono stati emessi senza un preventivo contraddittorio con il contribuente.

Più nel dettaglio in provincia di Brescia un ufficio ha elaborato i dati delle dichiarazioni 2006 relative a 62 imprese operanti nel settore dei lavori edili con il codice di attività 45410 (intonacatura). Dall’esame di tali elaborazioni ha rilevato che l’indice di redditività medio, vale a dire il rapporto tra reddito e ricavi, è stato del 20,48 per cento.

A tutte le imprese che hanno conseguito un indice di redditività inferiore alla metà di quello medio (10,24 per cento), l’Agenzia ha inviato un avviso di accertamento. In particolare, secondo l’ufficio, la rettifica è legittimata sulla base dell’orientamento giurisprudenziale di legittimità in virtù del quale “la presenza di scritture contabili formalmente corrette non esclude la legittimità dell’accertamento analitico induttivo, qualora la contabilità stessa possa considerarsi complessivamente inattendibile perché confliggente con i criteri della ragionevolezza anche sotto il profilo dell’antieconomicità del comportamento del contribuente”.

Secondo gli avvisi di accertamento inviati, “l’indice di redditività dell’attività svolta nell’anno 2006, risultante dalle scritture contabili è significativamente inferiore addirittura alla soglia pari al 50% dell’indice medio del settore, determinato in ambito territoriale”. Di conseguenza, questa evidenza rappresenta un’oscillazione significativa, tale da rendere inattendibili i ricavi dichiarati. In altri termini, “l’esistenza di un indice di redditività significativamente inferiore a quello medio del settore è una circostanza rilevante che verosimilmente integra il requisito di abnormità delineato dalla giurisprudenza sopra richiamata”.

Sulla base di queste considerazioni, alle varie imprese che presentavano le caratteristiche delineate sono stati contestati maggiori imposte sui redditi, Irap e Iva con relative sanzioni e interessi.