Fmi: “Italia, ripresa fragile, disoccupazione inaccettabile. Ma il programma di Renzi è ambizioso”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Giugno 2014 - 17:54 OLTRE 6 MESI FA
Fmi: "Italia, ripresa fragile, disoccupazione inaccettabile. Ma il programma di Renzi è ambizioso"

Fmi: “Italia, ripresa fragile, disoccupazione inaccettabile. Ma il programma di Renzi è ambizioso” (LaPresse)

ROMA – Per il Fondo Monetario Internazionale la ripresa economica in Italia resta fragile, la disoccupazione è a livelli inaccettabili ma il programma di riforme del presidente del Consiglio Matteo Renzi è ambizioso: è questa la conclusione degli emissari del Fondo, guidato da Christine Lagarde, al termine della missione in Italia nell’ambito dell’Article IV.

”La ripresa dell’Italia rimane fragile e la disoccupazione anche a livelli inaccettabili con la conseguente necessità di interventi di politica economica rapida e coraggiosi”. Secondo l’Fmi serve in Italia ”anche un riequilibrio di bilancio volto a ridurre le aliquote fiscali e ad aumentare la spesa produttiva” perché questo ”può sostenere la ripresa”.

Il programma di riforme di Matteo Renzi è ”ambizioso”. Lo dice l’Fmi spiegando che l’approvazione della delega fiscale ”fornisce un quadro apprezzabile per semplificare e migliorare il sistema fiscale”.

Un contratto a tutele crescenti, come previsto dal Jobs Act, ”aumenterebbe l’equità tramite la riduzione del dualismo specialmente se dovesse sostituire gli attuali contratti a tempo indeterminato”.

La politica di bilancio ”deve assicurare il delicato equilibrio tra collocare il rapporto debito Pil su un sentiero di riduzione ed evitare una stretta eccessiva che faccia deragliare la fragile ripresa economica”.

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan prende atto: il Fondo Monetario «riconosce il ruolo fondamentale che le riforme avviate dal Governo Renzi hanno nel riportare la crescita su un sentiero di crescita più robusto», dice in conferenza stampa, e definisce «accurato, approfondito e utile» il documento messo a punto dagli emissari di Christine Lagarde.