Fmi, i Paesi emergenti: “Basta europei”

Pubblicato il 25 Maggio 2011 - 09:47 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’erede di Strauss-Kahn “non sia europeo”. Le cosiddette “potenze emergenti” si oppongono alla nomina di un personaggio del Vecchio Continente alla presidenza del Fondo Monetario Internazionale, dopo lo scandalo sessuale che ha portato alle dimissioni del francese Strauss-Kahn.

I membri del gruppo Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), hanno pertanto protestato contro quella che considerano una pretesa dell’Europa di “occupare” la poltrona di direttore generale del Fmi. L’Fmi ha infatti trasmesso alla stampa un comunicato siglato dai rappresentanti di questi cinque paesi, il brasiliano Paulo Nogueira Batista, il russo Alexei Mojine, l’indiano Arvind Virmani, il cinese He Jianxiong e il sudafricano Moeketsi Majoro.

Ecco cosa dice la nota: “Siamo preoccupati per le recenti dichiarazioni pubbliche rese da alti funzionari europei sulla volontà dell’Europa di mantenere un loro membro al posto di direttore del Fmi”.

“Diversi accordi internazionali hanno spinto perchè ci sia un autentico processo trasparente basato su criteri di merito e di selezione competitiva del Managing Director del Fmi e delle altre posizioni di rilievo nell’organigramma delle istituzioni di Bretton Woods – proseguono – La situazione richiede l’abbandono delle convenzioni obsolete e non scritte secondo cui il leader del Fmi deve necessariamente essere europeo”.

La raccolta delle candidature per la carica di direttore generale dopo le dimissioni di Dominique Strauss-Kahn sono aperte fino al 10 giugno. Finora i cinque paesi del Brics non ha fatto nomi o sostenuto alcun candidato, ma hanno dichiarato che preferirebbe per quella carica un esponente dei Paesi emergenti.

L’Europa invece appoggerebbe la candidatura di Christine Lagarde, ministro dell’Economia francese.