Germania, BMW: in pensione più tardi? La vita dell’operaio comincia a 50 anni

di Francesca Cavaliere
Pubblicato il 4 Aprile 2011 - 00:51| Aggiornato il 4 Ottobre 2012 OLTRE 6 MESI FA
(foto Lapresse)

Fisioterapisti a disposizione, sala relax, mensa salutista con cibi e bevande sani, postazioni ergonomiche, scarpe speciali, pavimento in legno per contrastare la stanchezza: non si tratta di un centro benessere ma della fabbrica Bmw di Dingolfinger nella quale è in corso di sperimentazione il progetto pilota “Heute für Morgen”, programmato nel 2007, che simula la produzione con lavoratori la cui età media è di 47 anni, cioè otto anni di più della media attuale.

La casa automobilistica tedesca, attraverso il suo programma che costituisce  una novità senza precedenti nel mondo, cerca una risposta concreta alla decisione del Governo tedesco, fin dal 2007, di mandare in pensione i lavoratori all’età di 67 anni. La scelta del Governo, che prima o poi tutti gli altri paesi europei dovranno imitare, è dovuta alla necessità di salvare le finanze pubbliche che il sistema pensionistico degli anni d’oro (o di piombo?) invece minaccia. Però non c’è dubbio che dovendo fare buon viso a cattivo gioco, la Bmw riconosce  e non cerca di non perdere il valore della competenza e della specializzazione dei suoi vecchi operai e cerca di rendere loro meno sgradevole la forzosamente prolungata permanenza in azienda.

A circa 6 mesi dall’applicazione del piano, il risultato dovuto al miglioramento delle condizioni di lavoro è stato superiore alle aspettative. Infatti gli operai più anziani non solo sono stati altrettanto efficienti dei colleghi più giovani delle altre fabbriche Bmw, ma hanno innalzato gli standard qualitativi. Alla luce di tale successo, il progetto, originariamente pensato per una sola zona di produzione, ora sarà applicato a tutte le più grosse fabbriche che parlano tedesco. Secondo il direttore di produzione della Bmw, Frank-Peter Arndt, sarebbero più di 100 i settori manifatturieri e circa 4000 i dipendenti coinvolti.

Visto l’esito positivo ed i consensi ottenuti dalla Bmw, anche altre case automobilistiche si sono preoccupate di  affrontare ed arginare le criticità, quali l’aumento di malattie, legate all’impiego di manodopera più anziana. La Daimler ha messo in campo il progetto “Aging Workforce”, l’Audi ha dato vita al programma”Silver Line”, la BASF ha fatto il “Generation@Work”, la Thyssen “Programm Zukunft”.