Lavoro, Franceschini: “Norme sbagliate, noi non seguiamo nessuno”

Pubblicato il 23 Marzo 2012 - 09:27 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ''C'e' un problema che e' rimasto aperto in una riforma che ha moltissimi aspetti positivi, con misure che noi chiedevamo da anni''. Lo dice in un'intervista al Messaggero Dario Franceschini, capogruppo del Pd a Montecitorio, che invita a una ''riflessione di merito'' sulla riforma del lavoro e sottolinea che ''quello del reintegro e' un tema serio che pero' e' del tutto sbagliato ricondurre a ragionamenti tattici: vince questo o vince quello; il Pd subisce le pressioni della Cgil e cosi' via''.

''Se la norma rimane cosi' com'e' – spiega a proposito dell'art.18 -, si affida solo al giudizio del datore di lavoro la fondatezza o meno della situazione di crisi. In sostanza l'imprenditore si autocertifica la condizione di difficolta' economica, e di conseguenza licenzia''.

Inoltre, aggiunge, ''se l'articolo 18 resta nell'attuale formulazione, si ottiene il risultato che centinaia di migliaia di persone, da sempre convinte di non poter essere licenziate, precipiteranno in una condizione di precarieta' psicologica. Invece di stabilizzare i precari, si ottiene il risultato di precarizzare gli stabili. Devastante''. Una norma cosi' per Franceschini ''non puo' reggere'' e chiama in causa il modello tedesco: ''reintegro o indennizzo ma su decisione di un giudice''.

''Non seguiamo nessuno'', aggiunge Franceschini, e il Pd non e' il ''rimorchio'' della Cgil: ''Qualche volta sono d'accordo con la Camusso, qualche volta no. E' semplice autonomia reciproca. Il resto e' strumentalizzazione''.