Più licenziamenti che assunzioni nel 2010: quadro fosco per i giovani italiani

Pubblicato il 19 Settembre 2010 - 20:50 OLTRE 6 MESI FA

Nel 2010 si conteranno più licenziati che nuovi assunti, e a fine anno i senza lavoro potrebbero sfiorare quota 2.200.000. Lo sostiene il centro studi degli artigiani di Mestre che ha messo a confronto il tasso di disoccupazione delle province con le previsioni occupazionali fatte dagli imprenditori italiani nell’indagine conoscitiva elaborata da Excelsior-Unioncamere. L’aggravarsi della situazione occupazionale è anche conseguenza del fatto che, dopo la crisi profonda del 2009, le aziende sono corse ai ripari, con ristrutturazioni e riorganizzazioni profonde.

I dati della Cgia di Mestre si sommano a quelli della Cisl su disoccupazione e cassa integrazione, tornata a crescere a luglio con ritmi a due cifre.

Visti assieme, tutti i dati resi noti in questi giorni contribuiscono a dipingere un quadro molto fosco per le prospettive di lavoro dei giovani italiani e per le loro aspirazioni di un posto fisso.

Secondo Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre, “a fronte di 802.160 nuove assunzioni previste nel 2010 sono ipotizzati, sempre quest’anno 2010, anche 980.550 licenziamenti. Pertanto, il saldo sarà pari a -178.390. Rispetto al 2009, secondo le stime del ministero dell’Economia, il tasso di disoccupazione nazionale dovrebbe aumentare di quasi un punto attestandosi all”8,7%. Se queste cifre saranno confermate, i disoccupati saranno circa 2.200.000. Grave la situazione nelle grandi città del Sud: Napoli, Bari e Catania vedranno aumentare sensibilmente il numero dei senza lavoro. Male anche le grandi roccaforti dell’industria manifatturiera del Nord, come Torino, Brescia, Bergamo e Treviso”.

La provincia che registrerà a livello nazionale il saldo occupazionale più negativo sarà Milano (-13.060), anche se va sottolineato che questo record negativo è in parte mitigato dal fatto che nel capoluogo lombardo il tasso di disoccupazione (registrato nel 2009) era relativamente basso ( 5,7%). Seguono Torino (-7.730 ma con una disoccupazione che nel 2009 era all’8,3%) e, al terzo gradino del podio, Napoli (-5.650).

Il dato di Napoli preoccupa non poco visto che questi nuovi senza lavoro si andranno ad aggiungere ai 136.738 disoccupati che nel 2009 hanno fatto segnare un tasso di disoccupazione pari al 14,6%. Preoccupante anche la situazione di Brescia (-5.400), Bergamo (-5.280), Treviso (-4.990) e Roma (-4.500), anche se in queste realtà (ad esclusione della provincia capitolina), la disoccupazione è giudicata abbastanza contenuta.

Da bollino rosso, invece, il quadro occupazionale di un’altra grande provincia del Sud: Bari. Con un tasso di disoccupazione che l’anno scorso era dell’11,1%, il saldo previsto quest’anno sarà pari a -4.320. Preoccupante anche la situazione di Catania. La provincia etnea registrerà un saldo pari a -2.550 che si “inserirà” in uno scenario lavorativo molto pesante. Infatti, il tasso di disoccupazione nel 2009 era pari all’11,3%.

Numeri ”preoccupanti” arrivano anche dall’Osservatorio mensile della Cisl che evidenzia come a luglio, dopo il calo di giugno, la cassa integrazione abbia ripreso ad aumentare, con un incremento del 10% delle ore complessivamente autorizzate, tornando, con 113,7 milioni di ore, quasi ai livelli di maggio. Particolarmente colpiti il settore metalmeccanico (al di sopra dei 10 milioni di ore di cassa integrazione autorizzate) e il settore tessile (+70% ore autorizzate a luglio). Il sindacato evidenzia anche un calo degli occupati dello 0,1% a luglio su giugno e dello 0,7% rispetto a luglio 2009, con 172.000 occupati in meno in un anno. Da qui la richiesta di attivare al piu’ presto tutte le risorse del piano triennale del lavoro.