Padoan contro Ue. Rapporto Bce gli dà ragione: “Calcoli deficit inaffidabili”

di Warsamé Dini Casali
Pubblicato il 21 Novembre 2014 - 11:34 OLTRE 6 MESI FA
Padoan contro Ue. Rapporto Bce gli dà ragione: "Calcoli deficit inaffidabili"

Padoan contro Ue. Rapporto Bce gli dà ragione: “Calcoli deficit inaffidabili”

ROMA – Padoan contro Ue. Rapporto Bce gli dà ragione: “Calcoli deficit inaffidabili”. Attenzione, l’Europa rischia di fermarsi ancora, Germania compresa. Specie se continua a basare le sue ricette anti-crisi su calcoli traballanti fondati su un pessimismo che si auto-alimenta. E’ l’allarme lanciato dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, in vista del giudizio che martedì prossimo l’Unione Europea darà sulla manovra italiana. Un allarme condiviso e scientificamente motivato anche da un documento dell’ufficio studi della Bce.

Una consonanza politica di grande impatto, sebbene i funzionari Bce continuino ufficialmente a proclamare l’inderogabilità di rigore e riforme. Ma, e questa è la vera novità, una breccia nel castello dell’ortodossia pro-austerity è stata aperta, almeno nelle premesse teoriche che la giustificano.

Padoan ha dichiarato ieri al Financial Times che l’Ue utilizza una metodologia “incerta” (“shaky” in inglese) per misurare il differenziale fra crescita effettiva e potenziale, che per l’Italia è al 3,5%: con i numeri dell’Ocse (5,1%) “l’Italia sarebbe in surplus strutturale”.

Un dato, ha aggiunto, “su cui non si scherza, tocca le vite dei cittadini”. Per dire: nell’ultima finanziaria, proprio a causa del deficit strutturale, la Ue ha imposto la rinuncia a 2,5 miliardi di euro da iniettare nell’economia.

Contestualmente (ne dà conto sempre il Financial Times), il documento sottoscritto dal chief economist (il capo dell’ufficio studi) della Bce Peter Praet mette in guardia dal rischio pessimismo che minaccia la ripresa europea. Pessimismo incentivato da uno dei capisaldi di Bruxelles: il disavanzo strutturale.

Il deficit strutturale – al netto cioè della congiuntura – su cui rischiavano di scivolare i conti di Roma e su cui ha fatto leva la Commissione per costringere il governo Renzi a tagliare il bilancio di 3 miliardi di euro in più del previsto, è una bufala: “inaffidabile”, le stime sono “incerte e volatili”.

Per giunta, è colpevolmente “prociclico”: ovvero, anziché sventarla, rende più profonda e ineluttabile una recessione annunciata. Firmato e sottoscritto: il guru supremo, insomma niente popo’ di meno che gli augusti sacerdoti della Bce a Francoforte. (Maurizio Ricci, La Repubblica)

“Traballante”, cioè incerto, non affidabile e autolesionista: questa è la fotografia del disavanzo strutturale preso come parametro per giudicare l’andamento dell’economia dei paesi europei. Cosa significa? Con disavanzo o deficit strutturale si intende il differenziale, lo spread diremmo, tra il livello di Pil che si realizzerebbe in condizioni ottimali (teoriche) e quello effettivamente realizzato. Più alto è il disavanzo, più elevato è l’impatto della recessione sull’economia reale.

Gli economisti della Bce ci dicono che questo calcolo è “inaffidabile perché sono sostanzialmente incerte le stime in tempo reale su cui si basa”, perché il Pil potenziale è un a variabile non verificabile. Di più: tali proiezioni “sono distorte per via del fatto che le stime del prodotto potenziale tendono ad essere procicliche”, cioè assecondano il pessimismo di partenza. Il documento, un Official Paper (nel senso di rapporto non programmato) si chiama The Identification of Fiscal and Macroeconomic Imbalances (leggi qui).

Sottovalutando la componente ciclica del deficit e sopravalutando quella strutturale, si finisce per adottare ricette di austerità che aggravano e rendono strutturale alcuni aspetti congiunturali, come la disoccupazione. (Maurizio Ricci, La Repubblica)