Pensioni, Ape volontario: slitta l’avvio. Per Ape sociale domande fino al 31 luglio

di redazione Blitz
Pubblicato il 1 Maggio 2017 - 10:57 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni, Ape volontario: slitta l'avvio. Per Ape sociale domande fino al 31 luglio

Pensioni, Ape volontario: slitta l’avvio. Per Ape sociale domande fino al 31 luglio

ROMA – Slitta l’avvio dellApe (Anticipo pensionistico) volontario: le domande per l’uscita anticipata verso la pensione prevista dalla legge di bilancio per il primo maggio con tutta probabilità potranno partire solo dalla fine della prossima settimana (quindi intorno al 5 maggio). Il decreto, infatti, è appena rientrato alla presidenza del Consiglio dal Consiglio di Stato e va quindi corretto tenendo conto delle valutazioni fatte dai giudici amministrativi. Poi deve essere registrato alla Corte dei Conti e essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Solo allora sarà possibile fare le domande per l’uscita anticipata. Sarà necessaria anche la circolare applicativa da parte dell’Inps. Per l’Ape volontaria invece i tempi appaiono più lunghi e si potrebbero sforare i 15 giorni di slittamento rispetto al primo maggio inizialmente previsti.

Grazie all’Ape, i lavoratori pubblici e privati con più di 63 anni di età (e almeno 30 anni di contributi) potranno richiedere due diverse prestazioni, l’Ape sociale e l’Ape volontaria, che garantiranno loro un reddito ponte fino alla decorrenza della pensione di vecchiaia. Si tratta di due misure temporanee (il cui accesso sperimentale si chiuderà alla fine del 2018) che agiscono in modo complementare rispetto alle misure di sostegno al reddito già vigenti (in particolare la Naspi, Assicurazione Sociale per l’Impiego, la cui durata massima è di 24 mesi).

Mentre l’Ape volontaria è un vero e proprio prestito sulla futura pensione con tassi e condizioni agevolate e con la partecipazione dello Stato degli oneri finanziari a essi collegati, l’Ape sociale rappresenta una indennità finanziata dallo Stato per soggetti che versano in uno stato di difficoltà (causato da prolungata disoccupazione, disabilità). Ad esse si aggiunge una terza misura, la rendita integrativa temporanea anticipata, la cosiddetta Rita, destinata a lavoratori che hanno aderito alla previdenza complementare.

Secondo quanto scrive Davide Colombo sul Sole 24 Ore,  il parere trasmesso venerdì dalla commissione speciale del Consiglio di Stato istituita per garantire un vaglio rapido su questo regolamento suggerisce un ripensamento della platea dei beneficiari e delle tempistiche per il riconoscimento delle domande da parte dell’Inps.

In particolare, scrive il quotidiano economico-finanziario, secondo il Consiglio di Stato mancherebbe una “copertura legislativa” sulla scelta di aver esteso l’Ape sociale anche agli operai agricoli e coloro che non hanno i requisiti Naspi e siano disoccupati perlomeno da tre mesi. Per questa estensione della platea bisogna cambiare la norma. Secondo i magistrati andrebbe inoltre ripensata la data del 30 giugno come scadenza per la presentazione della domanda: il suggerimento, scrive il Sole 24 Ore, è di posticiparla almeno al 31 luglio.

Prosegue il Sole 24 Ore:

Il Consiglio di Stato propone di introdurre nello schema di regolamento assicurazioni che la riforma parta comunque e che vengano tutelati i soggetti che maturano il diritto dal 1° maggio con un meccanismo di retrodatazione dei pagamenti.

Attenzione ulteriore va poi posta al sistema di riconoscimento delle domande e successivo accesso all’Ape, dato anche il monitoraggio previsto sulla sperimentazione che è a risorse definite e che fa scattare il posticipo dell’assegno in caso di eccesso di richiedenti. E va corretta poi la disposizione che prevede il cumulo tra assegno Ape sociale e redditi da lavoro tra 4.800 e 8mila euro l’anno: se il beneficiario supera quelle soglie di 100 euro, per esempio, deve vedersi decurtato altrettanto dall’Ape, non la sospensione dell’intero assegno. Infine viene sollevato un rilievo sulla deroga alla vacatio legis. Il regolamento prevede l’entrata in vigore immediatamente dopo il suo approdo in «Gazzetta Ufficiale» e non 15 giorni dopo, come stabilito dalle preleggi: una scelta che espone a rischio di contenzioso.