Riciclaggio, Parisi: “Fastweb estranea a truffa, abbiamo pagato iva, no fondi neri”

Pubblicato il 25 Febbraio 2010 - 10:18 OLTRE 6 MESI FA

Stefano Parisi, ad di Fastweb

Stefano Parisi, amministratore delegato di Fastweb, ha difeso con passione l’integrità della sua azienda in alcune interviste alla radio (Radio 24, intervistatore Oscar Giannino) e alla tv (Canale 5,  intervistatore Maurizio Belpietro).  “Fastweb non ha e non ha mai avuto fondi neri – ha detto Parisi –  Sfido chiunque a trovare una qualsiasi evidenza di fondi neri. Fastweb non ha mai fatto contabilità separata o segreta”.

Secondo Parisi, Fastweb è estranea alle truffe fiscali perpetrate dalle due aziende con le quali dal 2002 al 2006 ha avuto rapporti: “Noi abbiano solo versato  38 milioni di euro a queste aziende le quali, a loro volta, hanno evaso l’Iva. Non abbiamo avuto nessun vantaggio, anzi ora abbiamo un grande svantaggio, un grande danno d’immagine”.

Sul piano personale Parisi ha precisato che quando i due dipendenti di Fastweb, coinvolti nell’inchiesta si sono messi in affari con queste aziende era il 2002 e lui non c’era.

In ogni caso “nel novembre 2006 abbiamo immediatamente interrotto le attività con queste aziende e quel tipo di business non c’é più da gennaio 2007. Ci siamo messi immediatamente a disposizione della magistratura sin dall’inizio del 2007”.

Perché dunque risulta coinvolto?  “Penso perché dal 2004 sono amministratore delegato della società, ho firmato i bilanci, sono il rappresentante legale”. Alla domanda se, dopo le segnalazioni dell’azienda alla procura del 2007, fosse stato sentito dai magistrati, Parisi ha risposto: “Mai”.

Secondo Parisi, l’eventuale commissariamento di Fastweb “credo che sia un delitto e un uso improprio della legge sul commissariamento. Se serve ad assicurare che non si verifichino reati di questo tipo, ricordo che quella attività non c’è in Fasteweb da tre anni e mezzo e abbiamo dato tutte le evidenze possibili alla magistratura. Ora mettere a rischio un’azienda dove lavorano 3.500 persone e con 1,6 milioni di clienti, credo sia un delitto”. Fastweb è “una grande azienda italiana per la quale la reputazione è molto importante sul mercato. Non abbiamo banche che ci proteggono e la reputazione è l’unica cosa che abbiamo”.