Riforma del fisco in tre tappe, governo promette: “Prima le famiglie”

Pubblicato il 21 Ottobre 2010 - 11:19 OLTRE 6 MESI FA

Giulio Tremonti e Silvio Berlusconi

Ai blocchi di partenza la riforma fiscale: con l’incontro tra governo e parti sociali è stato avviato il processo per arrivare alla revisione del sistema tributario. ”Una grande ambizione e una grande responsabilita’, una riforma attesa da 40 anni”, ha sottolineato il premier Silvio Berlusconi che non ha mancato l’appuntamento. ”Siamo il primo Paese che avvia una grande riforma fiscale”, ha sottolineato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

Le parti sociali, che saranno chiamate ad un nuovo confronto nel giro di 3-4 giorni, salutano con favore l’avvio del processo. Il presidente della Confindustria Emma Marcegaglia sottolinea che ”potra’ essere lo strumento piu’ potente per la crescita” e chiede ”segnali in tempi stretti”. Il leader della Cisl Raffaele Bonanni si dice ”soddisfatto” e parla di ”fase molto importante”.

Critico il numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani: ”Per ora solo parole”, commenta. La priorità della riforma è la famiglia e l’obiettivo e’ quello di concentrare gli aiuti lasciando la scelta agli stessi nuclei di come ”allocare le risorse”. I sostegni oggi non mancano, e’ stato detto, ma sono dispersi tra Fisco e Inps. Alla fine il sistema ”si e’ stratificato negli anni – ha sottolineato Berlusconi – e ci sono oltre 240 forme di erosione della base imponibile. Sono 140 miliardi di gettito che non entra nelle casse dell’erario”.

Una somma che potra’ essere utile, invece, anche ”per abbassare le aliquote”. Una riforma che dovra’ essere ”euro-compatibile”, con ”numeri seri e credibili” – ha sottolineato Tremonti – e che dunque ”non puo’ essere coperta dal recupero dell’evasione fiscale”. Tremonti lo spiega subito dopo: ”Il contrasto all’evasione fiscale e’ fonte di finanziamento e funzionamento fondamentale della riforma fiscale, ma per l’Europa – ha spiegato – il recupero dell’evasione fiscale prima va realmente fatto, poi utilizzato; non l’opposto”.

Altro punto fermo della riforma: non sara’ finanziata con un innalzamento della tassazione sulle rendite. ”Abbiamo qualche refrattarieta’. Tassare i Bot non e’ la cosa piu’ razionale”, ha tagliato corto il ministro. La riforma in linea generale ”prevede lo spostamento dell’asse del prelievo dalle persone alle cose e dal centro alle periferie e passera’ – ha annunciato il premier – attraverso tre fasi: la raccolta di dati e la loro analisi; una legge delega in Parlamento e infine una serie organica di decreti allegati”.

Il fisco e’ complicato – spiega il premier – tanto che e’ difficile anche per chi vuole pagare. Ma dice da ”primo contribuente italiano prova vergogna per le dichiarazioni dei redditi di alcune persone”. Fa poi riferimento anche alle accuse di evasione fiscale che vennero fatte alle sue societa’ ”per una diversa interpretazione di norme fiscali” e ”in un anno che pagammo milioni”.

Parte da una premessa il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani: ”Se vogliamo fare le cose seriamente, dobbiamo fare delle scelte”, altrimenti ”non trovo onesto raccontarci un altro film”. Di qui la considerazione che per ridurre il carico fiscale, a partire dai lavoratori dipendenti e per favorire l’occupazione, si ”colpiscano”, invece, i grandi patrimoni. Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, vede invece nell’apertura del confronto con il governo un primo passo verso una ”riforma importante. Siamo molto soddisfatti”, afferma al termine del tavolo.

Chiede che ”non si carichi troppo sull’Irpef” e che si punti sulla famiglia, con un Nuovo assegno familiare (che sostituisca assegno al nucleo familiare e detrazioni per figli a carico). Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, si dice pronta a ”collaborare”, ma sostiene – pur riconoscendo la ”complessita”’ della riforma – che ”qualche segnale va dato in tempi non troppo lunghi”. Anche la Uil, con il segretario confederale Domenico Proietti, afferma la necessita’ ”intervenire gia’ nei prossimi mesi con un primo pacchetto di interventi”.

Chiede l’introduzione anche del quoziente familiare l’Ugl. ”E’ un laurà della Madonna” (‘è un lavoraccio della madonna’, ndr), chiude l’incontro con una battuta in dialetto Berlusconi. ”Ci rendiamo conto che ci dobbiamo dare da fare, non si può andare avanti così”, spiega il Cavaliere chiudendo la riunione.