Sud, sapevate che Stato vi presta 50 mila euro (17.500 regalo) a tasso zero se…

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 12 Marzo 2018 - 13:19 OLTRE 6 MESI FA
Sud, sapevate che Stato vi presta 50 mila euro (17.500 regalo) a tasso zero se...

Sud, sapevate che Stato vi presta 50 mila euro (17.500 regalo) a tasso zero se…

ROMA – Sud, sapevate che Stato vi presta 50 mila euro di cui il 35 per cento, e cioè 17.500 euro, a fondo perduto) e il resto tasso zero e cioè senza interessi se…

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No, molto probabile che non lo sappiate. Non è una di quelle notizie e informazioni che abitano nel telegiornali, tanto meno di quelle che viaggiano sui social network. Magari qualche capatina sui giornali, facendosi largo a fatica tra una ghiottoneria quale la nuova fidanzata di Di Maio o una chicca di retroscena sul governo già fatto (in realtà una chiacchiera molto in libertà e un po’ a presa in giro alla buvette Montecitorio) o una rivisitazione di Avetrana (hai visto mai un ritorno di audience?).

Molto probabile che non lo sappiate e che continuerete a non saperlo anche dopo il Dossier pubblicato da La Stampa a firma Alberto Abburrà e Filippo Femia. Continuerete a non saperlo per molti motivi, non ultimo quello che in realtà di notizie come queste non volete sapere, danno, diciamolo francamente, anche un po’ fastidio. E litigano con quello che abbiamo molti in testa, ecco il fastidio che danno.

Dunque si chiama “Resto al Sud”. Ed è un miliardo e 250 milioni (ripetere: un miliardo e 250 milioni, mica bruscolini) che vengono prestati. Non c’è bando, graduatorie, scadenze. Non c’è grande burocrazia, anzi ce n’è pochissima. Fai domanda e in un mese più o meno ottieni il prestito. Si presta fino a  che il miliardo e 250 milioni di euro non è finito.

Ogni soggetto può chiedere 50 mila euro di prestito (fino a 200 mila per una società con quattro membri). Come si è detto il 35 per cento del finanziamento è a fondo perduto, cioè di fatto regalato dallo Stato. Il resto lo danno le banche convenzionate. E va restituito in otto anni. Ma senza interessi, anche quelli li paga lo Stato. Dunque si ottengono 50 mila euro e se ne restituiscono 32.500 in otto anni. Ad una media di quattromila euro l’anno circa.

Se hai meno di 35 anni, se vuoi mettere su un’impresa al Sud, se non hai ovviamente un’altra impresa, se non hai ovviamente regolare stipendio e posto di lavoro, se non hai avuto altre agevolazioni e incentivi negli ultimi tre anni lo Stato ti presta 50 mila euro a tasso zero di cui te ne regala 17.500. E, ovviamente se “resti al Sud”, cioè se collochi la tua nuova attività al Sud. Non attività agricole (di sovvenzioni ce ne sono già) e neanche studi professionali (non si tratta di aiutare chi già se la cava) e neanche commercio (piccoli esercizi commerciali debordano).

Si tratta ad esempio di Francesco che lancia impianto per depurare acqua senza uso di pompe o di Luigi e Salvatore che provano a impiantare in Sicilia orientale dove non c’è laboratorio per analisi del vino. O di Tiziana che prova a lanciare la sua boutique-spa-farm per cani. O Federica che elabora prodotti in 3D per la conservazione-diffusione del patrimonio artistico monumentale. O di Claudio che torna al Sud per mettere in piedi centro d’arte dopo l’esperienza al Louvre. O di Antonio che fornisce materiali di precisione all’industria aerospaziale. O di Vito che sviluppa software gestionali fruibili tramite Internet…

Insomma roba di impresa, ingegno, rischio. Cui mancava il finanziamento iniziale e che ora parte. Tutto al Sud, tutto che resta al Sud E 5.370 posti di lavoro tutti nuovi e tutti veri in base alle domande di finanziamento già accettate. Quindi suscettibili di diventare molti di più.

Ma roba di impresa, ingegno, competenza, rischio. Un po’ più faticoso di una pensione di invalidità civile, di una cattedra per meriti di precariato, di un reddito di cittadinanza. E comunque questa roba di prestare 50 mila euro senza interessi e un 35 per cento a fondo perduto, questi miliardo e 250 milioni a giovani che al Sud vogliono fare impresa è una roba fatta dal governo dei fetentoni, quelli di prima. Che si fa col governo nuovo dei nuovi, la si abolisce?