“Tremonti, furbetto del governino, premia gli evasori”. Famiglia Cristiana boccia scudo fiscale

Pubblicato il 29 Settembre 2009 - 18:30 OLTRE 6 MESI FA

RO180909POL_0046Famiglia Cristiana boccia lo scudo fiscale. Per il settimanale cattolico la riforma è «l’ennesima beffa per la gente onesta». Nel numero in edicola questa settimana, è stato pubblicato un pezzo intitolato “Tremonti fa il filosofo ma poi premia gli evasori”.

Secondo Famiglia Cristiana ci vorrebbe qualcuno avezzo a complicate missioni diplomatiche per mettere d’accordo il Tremonti “A”, «moralista» e «filosofo dell’economia», «ispirato lettore dell’enciclica Caritas in veritate», con il Tremonti “B”, «manovratore di scudi fiscali» e «furbetto del governino».

Ma sul Tremonti «che al G8 dell’Aquila vantava la definizione di uno standard legale che avrebbe rimesso a posto i finanzieri allegri di tutto il mondo, alla fine prevale sempre il Tremonti B: quello che ora gli ispira un provvedimento che, combinato con l’emendamento proposto dal suo compagno di partito Salvo Fleres, finisce col perdonare reati come il falso in bilancio e la fatturazione falsa, le false comunicazioni sociali e la distruzione di documenti contabili» e che «ha anche liberato gli operatori finanziari dall’obbligo di quelle fastidiose segnalazioni che consentivano, di tanto in tanto, di intervenire sul riciclaggio di denaro».

La politica del «condono fiscale è fallimentare», commenta Famiglia Cristiana, «ma non per questo è meno politica». Con l’ultima «invenzione del Tremonti B, trionfante sul dolente Tremonti A, secondo gli ottimisti torneranno in Italia circa 100 miliardi di euro. Gli sghignazzanti ex evasori (o falsificatori di bilanci o riciclatori di denaro sporco) pagheranno una ridicola tassa del 5 per cento sul capitale e torneranno lindi».

Il settimanale prima diretto da Boffo continua dicendo che «lo Stato (anzi, la presidenza del Consiglio, perché i quattrini andranno in un fondo apposito a disposizione del premier) metterà da parte, se tutto andrà bene, 5 miliardi di euro, meno di un terzo di quanto finora investito nell’Abruzzo del terremoto. Le banche, senza far nulla, incasseranno il resto. Proprio le perfide banche che il Tremonti A regolarmente accusa di strangolare l’economia reale».