Edison For Nature, Segre: “Una bella occasione per avviare cambiamento”

di Silvia Di Pasquale
Pubblicato il 15 Luglio 2016 - 09:32 OLTRE 6 MESI FA
Edison For Nature, Segre: "Una bella occasione per avviare cambiamento"

Edison For Nature, Segre: “Una bella occasione per avviare cambiamento”

ROMA – Edison For Nature è il progetto di cinema collettivo promosso da Edison. Fino al 31 luglio hai la possibilità di caricare sulla piattaforma www.edisonfornature.it un tuo lavoro (video, parole, immagini, audio), che raccontino il rapporto tra energia, uomo e natura.

COSA PUOI VINCERE. 1) La tua idea può diventare un cortometraggio realizzato con una troupe di professionisti. 2) Una giornata sul set del nuovo film di Gabriele Mainetti. 3) 2000 euro per l’acquisto di materiale professionale per l’idea più votata dalla rete.(SCOPRI COME PARTECIPARE).

A giudicare i contributi inviati saranno due personaggi d’eccezione: Gabriele Mainetti, pluripremiato regista del film “Lo chiamavano Jeeg Robot” e il documentarista Andrea Segre,  che ha spiegato come “l’urgenza di cambiare il rapporto tra le fonti di energia e la vita di tutti noi è urgenza condivisa”, specificando che “bisogna passare dalla consapevolezza all’azione e Edison for Nature è una bella occasione per raccogliere idee pratiche e avviare il cambiamento”. Abbiamo intervistato Segre in merito all’iniziativa. Ecco cosa ci ha raccontato!

Cinema e sostenibilità, un connubio sempre più stretto. Quanto è importante il corretto e consapevole utilizzo delle risorse per ridurre al minimo l’impatto ambientale di un film?
A.S. “E’ importantissimo, anche perché l’impatto di un film sull’ambiente può essere preoccupante. Per prima cosa andrebbero evitati gli sprechi e nel cinema in modo particolare ci sono molti sprechi evitabili. La società dello spettacolo ha alimentato una serie di vizi che producono sprechi, se cominciasse ad alimentare una riflessione sulla questione sarebbe davvero un passo avanti”.

Cosa consiglia a chi decide di partecipare al contest Edison for Nature?
A.S. “Consiglio di partire dall’ignoranza, nel senso più positivo del termine, di partire da quello che non si conosce, con la curiosità di capire e di comprendere meglio il problema. Consiglio di puntare su piccole storie, partendo da luoghi, incontri, persone, idee, sogni, speranze”.

Un progetto Artistico Collettivo che parte dalla rete è una sfida innovativa e affascinante ma non priva di rischi, con quale spirito l’affronta?
A.S. “L’affronto con la stessa ignoranza, sempre nel senso più positivo del termine. Con la voglia di farmi sorprendere e con una gran fame di conoscenza”.

Per un documentarista è più facile vivere a contatto con la natura e mettere in atto comportamenti sostenibili?
A.S. “Penso che non dipenda dalla professione, anche se ritengo che un documentarista sia propenso all’ascolto dell’altro, al rispetto dell’altro. Un buon punto di partenza”.