Agcom sgrida Tim: con nuove tariffe aggravi 2€ non richiesti

di redazione Blitz
Pubblicato il 25 Marzo 2016 - 19:27 OLTRE 6 MESI FA
Agcom sgrida Tim: con nuove tariffe aggravi 2€ non richiesti

Agcom sgrida Tim: con nuove tariffe aggravi 2€ non richiesti

ROMA – L’Autorità Garante delle Comunicazioni bacchetta Tim sulle nuove tariffe: se applicate sarebbero troppo alte e comporterebbero un aggravio di oltre 2 euro al mese per milioni di utenti.

In una nota il Consiglio Agcom fa sapere di aver diffidato Telecom Italia Spa per la rimodulazione dei profili base di telefonia mobile, Tim prime. Il 22 febbraio scorso, spiega l’autorità, TIM ha presentato l’offerta commerciale ai clienti come una rimodulazione dei profili tariffari base. I prezzi verrebbero modificati proponendo una direttrice di traffico voce e SMS illimitati verso una numerazione TIM scelta dal cliente al costo di 0,49 euro a settimana a fronte di una serie di vantaggi attivabili su richiesta dei clienti.

TIM attiverà TIM Prime automaticamente su tutte le prepagate a partire dal 10 aprile al costo di 0,49 euro a settimana. La nuova tariffa è opzionale ma bisogna prendersi la briga di chiamare per comunicare di non essere interessati. Questo l’sms ricevuto dai clienti TIM coinvolti:

“Cambiano le condizioni economiche del tuo profilo base: a partire dal 10/4, con 49 cent/sett in più avrai chiamate e sms illimitati vs un numero Tim. Inoltre potrai richiedere gratis i vantaggi esclusivi x i clienti Tim Prime: ogni settimana biglietti cinema 2×1, assistenza diretta di un operatore Tim al 800000916, possibilità di vincere smartphone con Ricarica+, abilitazione alla velocità 4G. Puoi recedere senza penali o passare ad altro operatore entro il 9/4. Per info o rinuncia alle novità e mantenere le attuali condizioni chiama il 409162. Scopri i vantaggi e inserisci il numero amico su www.tim.it/Prime”.

La rimodulazione, si legge nella nota di Agcom, configurerebbe “una vera e propria introduzione di prestazioni (e costi) nuovi e mai richiesti dall’utente“. L’autorità ritiene la condotta “non conforme alle disposizioni dettate dal Codice delle comunicazioni elettroniche” e ha inviato la documentazione all’Antitrust per i profili di competenza in materia di Codice del Consumo.