Truffa web: “Scaricate programmi gratis”, poi il sito ti chiede 96 euro

Pubblicato il 2 Febbraio 2012 - 15:23 OLTRE 6 MESI FA

GENOVA – Cerchi un programma gratuito sul web, lo scarichi e poi ti ritrovi, senza saperlo, con un conto da 96 euro da pagare. Succede a molti utenti che si sono fidati di un sito, Italia-programmi.net, che prometteva download gratuiti e senza carta di credito. Le richieste di pagamento, infatti, arrivano attraverso raccomandate con la posta tradizionale.

Solo a Genova, racconta il Secolo XIX, ogni giorno ci sono cinque persone che denunciano la truffa, o presunta tale alla polizia postale. E il sistema, sulla carta, è semplice. Il sito Italia-programmi.net propone download diretti di giochi e software. Download a portata di clic e facili per chiunque da effettuare.

Al momento di scaricare i programmi (sono tutte licenze cosiddette freeware, significa che non si viola diritto d’autore e che i software altrove in rete sono reperibili a costo zero) l’utente deve compilare una scheda con i suoi dati anagrafici. Il trucco è là: la scheda, infatti, è intesa dal sito come un vero e proprio contratto che chiede un pagamento annuale di 96 euro. A perfezionare il meccanismo contribuisce l’assenza della carta di credito: qualsiasi utente “medio” di internet, infatti, si insospettisce di fronte alla richiesta dei dati della carta.

Italia-programmi, come prima di lui Easy-Download, aggira il meccanismo facendo tutto con la cara vecchia posta tradizionale. L’incauto dowloader, infatti, nel giro di qualche settimana si vede arrivare in casa raccomandate minacciose che chiedono il pagamento. Seguono il sollecito e la minaccia di ricorrere ad agenzie di riscossione.

Qualcosa di poco chiaro, nel meccanismo c’è. Non a caso Italia-programmi è stato sospeso dal Garante lo scorso 25 agosto. Peccato che il sito sia ancora operativo e continuino ad arrivare le richieste di pagamento.

Le indagini, invece, puntano a capire se Italia-programmi e Easy-download abbiano la stessa matrice: il meccanismo di truffa è identico, come identica è la cifra richiesta. Su Facebook, intanto, sono attivi gruppi di utenti che testimoniano di aver subito il raggiro. Il consiglio, per tutti è lo stesso: non pagare e rivolgersi a un legale o a una associazione di consumatori.