Salva Sallusti: legge bavaglio sempre più in dubbio. Per ora

Pubblicato il 11 Ottobre 2012 - 10:35 OLTRE 6 MESI FA
Alessandro Sallusti

ROMA – Sembra essersi allontanata in modo definitivo che la legge sulla diffamazione a mezzo stampa, ribattezzata “Salva Sallusti”, venga approvata nei tempi necessari per evitare al direttore del giornale di andare in carcere: il 26 ottobre scade la sospensione della pena. Per tutta la giornata c’è stato un susseguirsi di speranze e delusioni, speranze alimentate dall’articolo firmato da Anna Maria Greco sul Giornale.

Articolo nel quale si parlava di “sgambetto non riuscito” al ddl sulla diffamazione a mezzo stampa, che avrebbe aumentato il rischio concreto del carcere per Alessandro Sallusti.

“Stava per succedere ciò che da giorni tutti escludevano e cioè che un gruppo di almeno 5 componenti (su 24) chiedesse il passaggio in aula del testo, invece dell’iter abbreviato in sede deliberante”.

Il senatore-magistrato del Pd Gerardo D’Ambrosio, malgrado le assicurazioni della capogruppo Anna Finocchiaro, si è unito al drappello formato dalla radicale Donatella Poretti, da Franco Bruno dell’Api, da Luigi Li Gotti dell’Idv per far saltare l’iter breve in Commissione, voluto dal presidente del Senato Renato Schifani. Anche Carlo Giovanardi del Pdl si è detto favorevole, mentre tentennava Achille Serra dell’Udc.

Serviva un quinto dei componenti e 6 firme sarebbero state più che abbastanza per allungare i tempi e vanificare lo sforzo di cancellare il carcere per i giornalisti prima del 26 ottobre, evitando l’esecuzione della condanna (ora sospesa) a 14 mesi di prigione per il direttore de il Giornale. Solo all’ultimo momento, Giovanardi e Serra si sono tirati indietro e gli altri 4 si sono dovuti arrendere.