Addio Robin Gibb: voce dei Bee Gees, morto a 62 anni dopo una lunga malattia

Pubblicato il 21 Maggio 2012 - 08:20 OLTRE 6 MESI FA

Robin Gibb dei Bee Gees

LONDRA – Robin Gibb se n’e’ andato lasciandosi dietro un’aura leggendaria. Insieme ai due fratelli, Barry il primogenito e il gemello Maurice, con i Bee Gees con la colonna sonora della Febbre del sabato sera non solo ha firmato uno dei piu’ clamorosi successi discografici di sempre, ma ha lasciato un documento fondamentale degli anni ’70 che si stavano abbandonando ai trionfi della disco music.  Uno stile inconfondibile con il falsetto armonizzato e quel sound che era dance, ma non era disco e produceva melodie pop dal fascino implacabile. Non e’ un caso che i Bee Gees siano da tempo entrati nella Rock’n’Roll Hall of Fame e a tenere il discorso di introduzione e’ stato Brian Wilson, il genio tormentato dei Beach Boys e di Pet Sound.

Nonostante il successo planetario, non si puo’ dire che alla famiglia Gibb sia toccato un destino pienamente felice: Andy, il piu’ giovane che aveva intrapreso una carriera solista in mezzo a tanti problemi personali e’ morto nel 1988 a 30 anni. Maurice e’ morto nel 2003 a 53 anni, un evento che ha indotto i fratelli a sciogliere la band. E anche Robin, che aveva 62 anni, ha avuto in sorte una fine prematura, dovuta alla malattia, un tumore al colon complicato da una polmonite, che lo scorso 10 aprile, gli ha impedito di partecipare alla prima di The Titanic Requiem, una partitura sinfonica scritta insieme al figlio Robin-John e registrata dalla Royal Philarmonic Orchestra in occasione del centenario dell’affondamento dello sfortunato piroscafo. Robin era la voce solista dei Bee Gees, un ruolo che pero’ era coperto anche da Barry, lo specialista del falsetto e questo, negli anni, lo ha portato verso una carriera solista che e’ stata anche piuttosto intensa e con qualche successo. Ma niente di paragonabile a quanto fatto con i Bee Gees.

E’ curiosa la storia dei fratelli Gibbs. Inglesi di nascita, hanno cominciato a farsi conoscere in Australia e hanno conosciuto un clamoroso successo negli anni ’60 quando, tornati in Gran Bretagna, grazie alla collaborazione del produttore Robert Stigwood, piazzarono una serie di successi clamorosi come New York Mining Disaster 1941, Massachussetts, World ai quali va aggiunta To Love Somebody, un brano diventato uno standard. Ma tra la fine degli anni ’60 e la meta’ degli anni ’70 i Bee Gees si impantanano in rivalita’ personali e mancanza di una sicura direzione fino alla svolta che li ha portati nella storia, la gia’ citata colonna sonora della Febbre del sabato sera, le cui vendite a oggi si aggirano attorno ai 40 milioni di copie.  Ovviamente un successo del genere puo’ essere anche un’arma a doppia taglio. Come raccontavano i Gibb, ”e’ difficile andare in classifica quando i brani della Febbre del sabato sera sono al primo posto per anni”.

E’ un po’ quello che e’ successo ai Bee Gees che hanno avuto qualche numero uno come Tragedy, sono andati in crisi, hanno venduto bene con la colonna sonora di Staying Alive, il sequel della Febbre del sabato sera, hanno conosciuto alti e bassi, separazioni e reunion. Nel complesso hanno venduto piu’ di 200 milioni di dischi e restano una delle band pop di maggior successo della storia.   Robin Gibb se ne va lasciando l’eredita’ di un sound inconfondibile, di un modello di stile e un doppio album che da tempo fa parte della storia del costume. Ma anche l’impressione di un artista che, come d’altronde i suoi fratelli, una volta svanito il successo epocale non sia riuscito a trovare una sua strada.