Pelù racconta “l’eroina per calmare i giovani”, “Renzi? Un Berluschino”

Pubblicato il 9 Febbraio 2012 - 11:41 OLTRE 6 MESI FA

Piero Pelù (Foto LaPresse)

ROMA – Piero Pelù compie 50 anni e si prepara al prossimo tour con i Litfiba riuniti. Intanto, in un’intervista ad Andrea Scanzi del ‘Fatto Quotidiano’, parla di droga, politica, musica. Di politica dice: “Del berlusconismo non ci libereremo mai, come del fascismo. Nulla è più antipolitico dei nostri politici. Il Pdl, ma anche il Pd. Ho votato Di Pietro, domani non so. La mia utopia è avere tecnici veri, non come questi che colpiscono i pensionati e sfottono i giovani”. Renzi? “Un rottamatore da rottamare. Ha messo una pietra tombale sulla cultura a Firenze. E’ arrivato, giovane e pimpante, e ha ammazzato tutto. Un berluschino che fa gite ad Arcore”.

Piero ricorda poi la morte del suo batterista Ringo De Palma, avvenuta nel 1990 per eroina: “Ferita aperta. E tema delicato. Non smetterò mai di perdonarmi per non aver rotto abbastanza le scatole a Ringo sull’eroina. Siamo stati lambiti tutti dalla droga. A fine ‘70 l’Italia era come gli Usa con la controcultura, quando la Cia invase le città di eroina per “calmare” i giovani. Al concerto di Lou Reed e Patty Smith scoprii troppi amici con l’ago infilato nel braccio. Lo spirito punk mi ha salvato da remissività e autodistruzione: sono più Clash che Sid Vicious. Le ho viste: eroina, cocaina, ecstasy, pasticche. Non dovrei dirlo, e non bisogna scherzarci, ma non sono neanche ipocrita: qualche canna di erba me la faccio. Cantavo: non sono un santo. E me ne vanto”.

Poi la musica. Pelù parla dei suoi “antagonisti” Vasco Rossi e Luciano Ligabue: “Luciano iperrazionale, quell’altro più artistoide spericolato. Rispetto, ma non li sento vicini. Tutto quello che è calibrato a tavolino per essere nazionalpopolare mi interessa poco. Vengo dalle cantine, dalle ubriacature, dagli amici persi. Meglio la rabbia dei balconi fioriti. Se miri al nazionalpopolare, una Lady Gaga ti farà sempre il culo”. Anche lei lo è stato, gli dice l’intervistatore. “In Infinito (‘99). Arrangiamenti imbarazzanti, remi in barca. I discografici volevano replicare Regina di cuori, scritta per la donna che amavo. Fu il giro di boa commerciale”. La carriera solista? “In Sony mi dettero libertà. Merito di Rudy Zerby. Ora purtroppo fa quelle cacate in tv. Gli mando spesso messaggi: ‘La smetti di fare il cretino con la De Filippi?'”.