Sanremo, Valerio Scanu: “Ho vinto grazie ad Amici”

Pubblicato il 23 Febbraio 2010 - 11:27 OLTRE 6 MESI FA

Valerio Scanu si gode la vittoria ottenuta al festival di Sanremo. Sardo, 19 anni, un fratello quindicenne, una madre che lavora in farmacia e un padre che ha trovato impiego al Comune dopo lo smantellamento della base americana alla Maddalena, è all’ultimo anno di liceo classico.

Scanu si è raccontato a “Il Messaggero”. Aveva provato inutilmente a entrare a X-Factor, era stato preso a Bravo bravissimo ed aveva poi ritrovato ad Amici il maestro Peppe Vessicchio che lo ha voluto dirigere in questo Festival.

Il Festival lo ha gettato in purgatorio il secondo giorno e portato in Paradiso l’ultimo, con l’eliminazione, poi il ripescaggio e la vittoria finale. Ha molti amici e “amici di Amici”, vista la quantità di fan che lo hanno seguito a Sanremo. È l’Invincibile Armata Scanu, come hanno scelto di chiamarsi. Lui tiene i rapporti di persona intervenendo sulla sua pagina di Facebook.

Maria De Filippi lo ha chiamato per complimentarsi?
«Eccome, era pazza di gioia, gridava di tutto ed era al settimo cielo perchè a Sanremo ero venuto per fare bella figura, non certo per fare il bis per Amici dopo Marco Carta l’anno scorso».

Maria gli aveva fatto avere prima dell’esibizione un biglietto di auguri.
«L’aveva fatto anche con Carta, ma non dico cosa mi ha scritto».

Da tempo Valerio vive da solo a Roma, con la sua cagnetta chihuahua Miranda, abituato a cucinarsi da solo i pasti («so fare di tutto e anche un ottimo tiramisù» e a suonare («un po’») il pianoforte ascoltando ogni tipo di musica a parte l’heavy metal. Non si droga, non beve, non fuma, cita Dante, la Vita Nova, legge libri, alla cintura ha una fibbia con un nodo Savoia: «Ma è un caso. E poi del principe non so che dire. Io non sono mai stato in esilio. Politicamente mi sento troppo giovane, sto facendomi delle idee».

Ma Sanremo è ora terra di conquista dei talent show?
«Siamo nel 2010. Andiamo crescendo. La mia esibizione ha avuto il 73% di share. Basta con i pregiudizi sui talent. A me “Amici” è servito, mi ha costretto astudiare moltissimo, a crescere, modificarmi, poi mi ha portato un contratto discografico, ho ottenuto di avere una mia band perchè senza musicalmente non si cresce, ho fatto la mia gavetta e poi un tour. Il futuro è duro ma ci sto lavorando su. A dieci anni volevo fare il professore di lettere, a sedici ho sentito l’esigenza di uscire a cercare una mia strada. Ora voglio continuare a fare musica».