Maschio bestia: mattina la picchia. Solo denuncia. Pomeriggio la massacra

Alessandro Camilli
Pubblicato il 14 Giugno 2016 - 15:19 OLTRE 6 MESI FA
Maschio bestia: mattina la picchia. Solo denuncia. Pomeriggio la massacra

Maschio bestia: mattina la picchia. Solo denuncia. Pomeriggio la massacra

ROMA – Maschio bestia, un maschio bestia che vive a Sassari. Ha un nome, Simone Niort, e ha una fidanzata (dio solo sa come una donna possa fidanzarsi con uno così). Al mattino litiga in strada,m in una pubblica via con la donna che ritiene sia cosa sua, tanto sua da poterla prendere a schiaffi sulla pubblica via. Qualche passante interviene a fermare il pestaggio e Simone tira fuori un coltello con cui minaccia tutti. Qualcuno chiama i Carabinieri…

I Carabinieri arrivano ma fanno poco. Non fanno quello che a lume di logica ci si aspetta. Uno che picchia la donna in strada e che tira fuori il coltello e con questo minaccia chi vuole sottrargli la preda da pestare, uno così ti aspetti, ci si aspetti che un paio di manette e un viaggio verso la cella. Magari pochi giorni, magari esce presto, ma uno così in cella ce lo devi portare, questione di pubblica sicurezza appunto.

Ma i Carabinieri non fanno quello che logica comanda, fanno quello che legge consente. Applicano il minimo sindacale per così dire: denuncia a piede libero e tanti saluti. Libero Simone interpreta la denuncia a piede libero per quello che è: un pezzo di carta. Di cui Simone se ne sbatte. Il pomeriggio dello stesso giorno raggiunge la sua vittima in casa. Stavolta ha bastone e spranga, sfonda alla donna l’anello occipitale e un bel po’ di ossa, la massacra e la riduce in fin di vita. Insomma finisce il lavoro che aveva cominciato al mattino in strada. Anzi, lo sta finendo del tutto quando lo disturbano.

Sono i parenti della sua vittima che hanno richiamato i Carabinieri. Simone si barrica, ha da fare. I Carabinieri sfondano, entrano e trovano pezzi di mobili e donna pestata a sangue. Stavolta in cella lo portano. Ma Simone ha avuto il tempo e il modo di quasi ammazzare quella povera donna. Tempo e modo glieli ha dati, spiace dirlo, un malinteso e maledetto buonismo verso gli uomini bestia in azione. Prima che uccidano sono sempre trattati come ragazzi magari irascibili o troppo sensibili, come bravi figli che per un attimo vanno fuori giri. Come gente che al massimo merita il cartellino giallo di una ammonizione ma può continuare a stare in campo, nel campo dei rapporti civili.

Poi, un poi che viene davvero poco dopo, il ragazzo irascibile e sensibile si rivela per quel che è: un maschio boia della donna che ha commesso l’errore, grave, di stare con lui. Un maschio boia cui solo un pigro, nocivo, pericoloso buonismo può concedere il piede libero.