Renzi in calo e domenica Calabria e Emilia al voto dimenticato. Test per Salvini

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 18 Novembre 2014 - 13:44 OLTRE 6 MESI FA
Foto Ansa

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ROMA – Per la serie “non tutti sanno che” accadrà, domenica prossima, che due regioni italiane si recheranno alle urne per scegliere i loro governi. La cosa sembra non interessare più di tanto il circuito dell’informazione ma interessa, al contrario, il premier Matteo Renzi alle prese, per la prima volta da quando è a palazzo Chigi, con un serio calo di consensi. Facendo una media dei sondaggi in circolo, Pd di Renzi sotto e non più sopra il 40 per cento e Renzi medesimo primo tra i politici nel gradimento di opinione pubblica ma non più “gradito” dalla maggioranza assoluta. Colpa delle alluvioni, degli scioperi, del jobs act?

Sia chiaro, non che l’ex sindaco di Firenze abbia perso il ruolo di più gradito dagli italiani, solo ha visto ridimensionarsi, e di ben 10 punti, il suo indice personale che è passato dal 62 al 52% nel giro dell’ultimo mese. Ma meglio dei sondaggi che fotografano, certo, una tendenza, sono le elezioni vere, come quelle che andranno in scena domenica prossima in Calabria ed Emilia Romagna.

Due consultazioni, come scrive Stefano Folli su Repubblica, che sono “troppo poco, certo, per confermare o smentire la mappa politica emersa nelle elezioni europee di maggio. Ma abbastanza per richiamare l’attenzione del premier. (…) L’impressione è che l’opinione pubblica, a questo punto, abbia voglia di vederci chiaro nel fenomeno politico del 2014. Il giudizio sul personaggio diventa più maturo, meno condizionato dal dinamismo mediatico. E le difficoltà dell’autunno, in qualche caso più drammatiche del previsto, servono a misurare meglio i fatti del governo dopo le parole. Renzi sa che la prima fase del suo mandato si è esaurita per sempre.

Ma proprio per questo ha bisogno di verificare il rapporto con gli elettori. Le regionali in Emilia Romagna e Calabria arrivano al momento opportuno: non sono un “test” troppo rischioso, ma nemmeno irrilevante. Vincere, e vincere bene, può rappresentare il modo migliore per proiettarsi con fiducia verso le scadenze di fine anno. D’altra parte, le polemiche con le autorità regionali sulle cause del dissesto territoriale dicono molto circa la fragilità della situazione. Il successo di Renzi nei primi mesi di governo è stato rapido e impetuoso, ma può incrinarsi quasi alla stessa velocità”.

Era dal dicembre dell’ormai lontanissimo, almeno politicamente, 2012 che l’indice di gradimento del premier non era così basso. Ma oltre che un’indicazione sulla ‘salute’ di Renzi, dalle urne domenica arriveranno anche altre risposte interessanti. Specie da quelle dell’Emilia Romagna.

Se infatti la Calabria, dopo il tramonto della giunta Scopelliti, dovrebbe aggiungersi con agio al conto delle regioni governate dal centrosinistra. E per Renzi sarà questa una notizia da valorizzare con la dovuta enfasi, visto che fino a pochi mesi fa non era scontata. Colpa o merito, a seconda dei punti di vista, anche del centrodestra diviso e dei grillini che non incidono cui si aggiunge la nuova Lega che non è ancora arrivata così a Sud.

Diverso è il discorso per la “rossa” Emilia. Il candidato del Pd Stefano Bonaccini è assolutamente favorito ma, a differenza della Calabria, non conterà a Bologna e dintorni pesare le varie percentuali dei e all’interno dei democratici, ma importante sarà anche la corsa per il secondo posto.

In Emilia Silvio Berlusconi rischia di trovarsi infatti, lunedì 24, quarta forza in campo. Notizia di per sé non negativa per il premier, ma questo è un altro discorso. Davanti a lui, ormai naturalmente, il Movimento5Stelle ma, questa volta, non solo e non necessariamente secondo. Come rileva ancora Folli, “se c’è un pezzo d’Italia centrale in cui Salvini può fare le prove generali per superare Berlusconi e dare legittimità alla sua ambizione di guidare l’intero centrodestra, esso ha ancora i contorni della regione “rossa”. Lunedì potrebbe essere proprio Salvini la figura che si pone in prospettiva come alternativa al centrosinistra. Soprattutto se, come è plausibile, avrà sconfitto Grillo ed ereditato una fetta consistente dei suoi consensi”.

Ed è proprio questa l‘indicazione che arriva dai dati raccolti da Demos che, al secondo posto nel gradimento degli italiani, colloca ‘l’altro Matteo’, cioè Salvini, con il 30% dei consensi. Staccatissimi, al 20 e al 18%, Berlusconi e Beppe Grillo.