La stabilità di Enrico Letta ferma il Rottamatore Renzi ai box

di Antonio Del Giudice
Pubblicato il 3 Ottobre 2013 - 12:02 OLTRE 6 MESI FA
La stabilità di Enrico Letta ferma il Rottamatore Renzi ai boxROMA – L’ultima commedia di Shakespeare-Berlusconi potrebbe essere tacciata di “intendenza” col nemico o, più volgarmente, di inciucio col solito Massimo D’Alema. Se, come auspica il presidente Giorgio Napolitano, il governo di Enrico Letta durerà almeno fino al 2015, il voto di fiducia di mercoledì ha fatto un’altra vittima, oltre al suicida Silvio. L’altra vittima è Matteo Renzi, la stella nascente del Pd. Caso di scuola di “simul stabunt simul cadent”, il Cavaliere e il Rottamatore sono uniti nella sorte, salvo altri salti della quaglia dei democrat.
Matteo Renzi era il candidato premier ideale per battere il centrodestra di Berlusconi, se le elezioni fossero state a marzo prossimo. Il sindaco di Firenze è l’unico nel centrosinistra in grado di convincere l’elettorato del Pdl perché del berlusconismo ha quella miscela di populismo e di spettacolarità che tanto piace a destra. E, nello stesso tempo, dà agli eterni sconfitti di sinistra una chance vera di vittoria, Porcellum o non Porcellum. Dunque il giovane Matteo era pronto ai box, cavallo favorito nel tempo breve. Adesso i tempi della corsa si allungano.
Lo strappo di Alfano prima e la giravolta di Berlusconi poi hanno cambiato io tempi della corsa. Letta durerà, magari non due anni ma durerà. E’ nell’interesse di tutti, a questo punto. Decaduto il Cavaliere, che sarà rosolato a fuoco lento dalle altre Procure che lo cercano per reati vari e presunti, Angelino Alfano ha bisogno di tempo per riorganizzare le truppe Pdl, Letta ne ha bisogno per ben governare e consolidare la sua figura di leader del centrosinistra. La rinata Forza Italia (con Marina Berlusconi?) dovrà ricostruire le fila del partito padronale. Il Pd dovrà fare il suo congresso per eleggere il segretario e por fine alla reggenza di Guglielmo Epifani. Napolitano non scioglie le Camere neanche sotto tortura, se non riparte l’economia, se non si fanno le riforme, se non viene cassato il Porcellum…
E’ evidente che, in questo quadro, Renzi rimane col cerino in mano. Tutto tranquillo? Per nulla. Il Rottamatore, a questo punto, si getterà a corpo morto nella battaglia per la segreteria del Pd. Se passa, aspetterà le prossime elezioni, facendo fin da ora un patto con Letta. Sarà per questa ragione che i due, dopo lo strappo di Alfano dal suo Capo, si sono visti martedì a pranzo a Palazzo Chigi. Letta stoppa Renzi, ma lo tiene in caldo per stoppare la vecchia guardia del Pd. Per adesso rischia di essere asfaltato il povero Cuperlo.