Capitalismo e Murekatete, sinistra dibatte. Più che il popolo, persa è la testa

A puntate sulle colonne de La Repubblica il dibattito/riflessione della sinistra sulla fenomenologia Murekatete. Ultimo intervento: "La rappresentazione di sé di Liliane è la vittoria del capitalismo".

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 15 Dicembre 2022 - 11:14 OLTRE 6 MESI FA
Capitalismo e Murekatete, sinistra dibatte. Più che il popolo, persa è la testa

Capitalismo e Murekatete, sinistra dibatte. Più che il popolo, persa è la testa FOTO ANSA

Prosegue, funambolico ancor più che imperterrito, il dibattito tra firme e menti che si auto rappresentano e in ottima buona fede pure si sentono come l’intelletto collettivo e riflessivo del pensar democratico e progressista. Dibattito avviato e vivo con quotidiane puntate sul quotidiano La Repubblica.  Stamane è la volta di altro intervento in cui si può leggere. testuale: “La rappresentanza di sé di Liliane Murekatete è la vittoria del capitalismo”. Tradotto per le menti semplici e arrancanti nella concettualizzazione pare proprio voglia dire che se la signora veste e compra griffato e posa glamour, la colpa è del capitalismo. Colpa, colpa in senso cattolico e comunque religioso ancor più che metafisico.

“E’ la vittoria del capitalismo” è l’equivalente del “dominio di mammona”, insomma l’immanenza del Maligno, del Diavolo che corrompe, attenta alla buona natura dell’umano. E’ il capitalismo che ordina di comprarsi borsette e abiti di marca e di mostrarli, è il capitalismo che impone di adornarsi dei suoi simboli, è il capitalismo che con la sua ontologica nefandezza assolve, anzi esenta, gli umani da ogni individuale responsabilità. Capitalismo uguale Diavolo, riflessione illuminante.

Sostanza e accidente

Il contrito intervento, contrito e dolente di abitare con la sua autrice l’orrendo tempo della modernità, così prosegue, anzi principia: “Se il corpo di una donna viene assimilato ai suoi oggetti…”. Qualunque cosa voglia dire le righe successive ammoniscono a non cimentarsi perché “giudicare e capire non sempre sono sinonimi”. Giusto, giustissimo. Infatti ingiudicabili sono ragioni, percorsi e modalità del dibattito sulla fenomenologia Murekatete, però una cosa si capisce. Non solo da qui ma anche da qui, da questo dibattito non sul sesso degli angeli ma sulla micro liturgia estenuata di una cultura saprofaga di quella che fu la cultura della ragione e del progresso civile e sociale. Da questo dibattito si capisce che non è che perdano le elezioni perché hanno perso il popolo, prima del popolo hanno perso la testa. Recitano giaculatorie e mantra e hanno dismesso l’uso dei lumi della ragione. Magari se gli chiedi perché lo fanno facile arrivi la risposta: perché la ragione è inquinata dall’essere bianca, occidentale e…capitalista!