Assicurazione obbligatoria per le case in zone sismiche: perché no

di Fedora Quattrocchi
Pubblicato il 22 Febbraio 2013 - 07:01| Aggiornato il 26 Febbraio 2020 OLTRE 6 MESI FA
casa crollata per terremoto

E se fosse stata assicurata?

Spero che il Pd di Bersani faccia qualcosa anche per non far andare avanti “le assicurazioni obbligatorie per le case” in zone sismiche e di frana.

Si tratta di una legge assolutamente deprecabile, di cui, possiamo esserne certi, il maggiore vantaggio andrebbe alle compagnie assicurative. E questo naturalmente porta al rischio di pressanti richieste sugli esperti nel rischio geologico di aumentare l’estensione delle zone a rischio.    Se pensiamo all’influenza dei promotori sanitari e della aziende che li spingono sul dissesto della Sanità pubblica, questa idea non appare tanto campata in aria.

Più faglie e frane, più rischio, più alto il premio da chiedere ai cittadini.

Altro discorso potrebbe essere una “assicurazione pubblica” che in realtà dovrebbe essere un meccanismo virtuoso di “buona costruzione delle case” con premio differenziale. Rimane da capire perché un irpino con casa arroccata su una faglia attiva dovrebbe pagare di più e non trasferirsi in un territorio meno a rischio.

Poi c’è l’aspetto etico, anche questo non così campato in aria, visti gli scandali che esplodono ogni giorno in Italia, che dimostrano che nel complesso non siamo molto attrezzati a resistere alle pressioni.

Dopo il film “Non è un paese per vecchi” , di sconvolgimento epocale della cinema Usa perch mette fine alla vittoria dei buoni sui cattivi, il titolo per un film in italia su questa storia delle assicurazioni obbligatorie potrebbe intitolarsi: “Non è un paese per etici”.

Una aberrazione quindi, con queste premesse etico-procedurali, quella delle assicurazioni obbligatorie sulle case, in un Paese come il nostro, in cui tra l’altro la maggioranza delle case, in certe regioni italiane del Sud, sono abusive e la gente non riesce nemmeno a pagare l’Imu, figuriamoci una “tassa privata” quale di fatto è una assicurazione obbligatoria per le case, da devolvere a privati.

Ovviamente la legge non è attivabile sulle aree non a rischio e questo mette sui geologi un altro grande peso, decidere quali siano le aree a rischio. Evidente il rischio che, di fronte alle pressioni dei “promotori”, forte sia la tentazione di vedere faglie e nicchie di distacco franoso anche dove non ci sono. Siamo tutti onesti, in linea di principio, ma gli stipendi modesti dei geologi possono diventare un forte incentivo.

E se poi mettono le assicurazioni obbligatorie sulle case anche dove gli operatori petroliferi ed elettrici fanno stoccaggi geogas, iniezione fluidi e centrali elettriche? O inizia la guerra tra loro e gli assicuratori o entrambi entrano in partnership e industrie energetiche assorbono compagnie assicurative.

Chi ci rimette visto che ormai girano pochi fondi?

Ovvio : i mancati incentivi alle cose urgenti infrastrutturali serie e produzione elettrica “low carbon” a basso costo e che occupi poco spazio: lavoro a basso costo energetico riattiverebbe attivita produttive, e quindi nuovo lavoro.