Questo royal baby comincia a stancare, che nasca e buona fortuna

Licino Germini
Pubblicato il 14 Luglio 2013 - 13:13 OLTRE 6 MESI FA
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Buckingham Palace

LONDRA, GRAN BRETAGNA. Ci sono al mondo 7 miliardi di persone la stragrande delle quali se la passa male o malissimo nel senso che i bambini muoiono di fame nelle scheletriche braccia delle loro disperate madri. Le organizzazzioni assistenziali fanno quello che possono, ma se si dà un’occhiata a quei formicai che sono i campi di raccolta profughi, specialmente nella disgraziata Africa, ci si rende conto che non basta.

Altre tonnellate di cibo sganciate da aerei americani od europei? Probabilmente non basterebbe neanche quello: le bocche affamate o assetate sono troppe. Le ONG pubblicano sui media foto raccapriccianti di bimbi ridotti a pella ed ossa e prossimi a morire essendo le madri già morte. La loro situazione è semplicente tragica e, allo stato dei fatti, irrecuperabile.

Ed è fatte queste ovvie e risapute considerazioni che possiamo pasare da un argomento all’altro e parlare della imminente nascita del royal baby di Kate e William. Nascerà oggi? Domani? Il giorno dopo? Ma mi si consenta di dire che come scrivono i media ”il mondo è in spadosmica attesa”.  Non lo è. Il mondo? Quale mondo? Una fandonia. Qualcuno può davvwro pensare che in Thailandia, Laods, Gabon, Indonesia, Papua Guinea, ci sia davvero qualcuno che resta attaccato alla Tv per sapere in tempo reale quando nascerà questo ragazzino, o ragazzina? E in cina? Miliardi di cinesi occupati a sorpassare l’America, davvero qualcuno pensa che si interessino a questo reale ragazzino? La risposta è: no.

Ad esserere interessato è l’Occidente, chi più chi meno, per il fascino che ancora esercita du di esso la Gran Bretagna pur essendo in condizioni economiche disastrose. Ma il royal baby, sebbene molte famiglie britanniche stentano a mettere insieme pranzo e cena, non avrà di questi problemi. Crescerà nel lusso, essendo terzo nella linea di successione. Ma allora perchè tutta questa aspettativa? La nascita di un bambino è sempre un evento felice, ma c’è una misura in tutte le cose.

Si dice che anche negli Usa si attenda ansisi questa nascita. Balle. Bisognerebbe conoscere gli States per dire che, ecezion fatta per, dico per dire, il New England, non è vero. Qualcuno crede che i farmers del North Dakota, che producono il durum per i nostri spaghetti, smettano di lavorare nei loro sterminati campi per correre a casa e sapere se è nato il royal baby? Direi di no.

Per noi italianil il discorso è diverso. Da sempre soggetti all’ammirazione per il Regno Unito, anche se considerati, per chi vi ha vissuto, in buona parte poco più che mangiatori di spagetti o mafiosi, la nascita di questo estremamente fortunato bambino è considerato un fatto eccezionale. Ma non lo è, non lo è per tre quarti del mondo. La fanfara che da giorni imperversa è una totale esagerazione. Se si fosse ai tempi in cui ”Britain ruled the waves” si potrebbe capire. Ma quei tempi sono andati, e credo che, perfino tra noi italiani innamorati dell’Inghiltera, questa ansiosa attesa cominci a stancare. Che nasca, e buona fortuna.