Usa, media. Obama, giù nei sondaggi, dal papa per avere ”l’effetto aureola”

Licinio Germini
Pubblicato il 27 Marzo 2014 - 10:01 OLTRE 6 MESI FA

twoUSA, WSHINGTON – Per anni e’ stato lui, Barack Obama, la superstar sulla scena mondiale. Ma da tempo non e’ piu’ cosi’. Per questo, il presidente americano va in Vaticano a cercare di trarre beneficio dalla popolarita’ di chi, da un anno, ha preso il suo posto: Papa Bergoglio.

Inizia cosi’ un’analisi di Politico.com a poche ore dallo storico incontro di giovedi. Obama punterebbe quindi all ‘halo effect’, l’effetto aureola: sperare di guadagnare consensi incontrando qualcuno piu’ amato di lui. Questa visita, secondo il sito specializzato nella politica americana, offre a Obama la rara e preziosa occasione di associare la propria immagine a quella di un leader mondiale di gran lunga piu’ popolare di lui, in un momento cruciale della sua presidenza.

Ormai da mesi, tutto lo staff della Casa Bianca e’ del resto impegnato a recuperare terreno, a riprendersi da quello che chiamano ‘l’anno perso’, il 2013 che ha registrato il crollo assoluto del gradimento del Presidente. Obama cerchera’ quindi di utilizzare questo faccia a faccia cosi’ importante e sotto gli occhi di tutto il mondo, per mostrare quanto la sua politica sia vicina a quella del Papa su temi come la lotta alla diseguaglianza, la poverta’ e l’ingiustizia sociale. Un messaggio forte al livello globale, ma che ha ripercussioni anche sul fronte interno americano.

Si pensi all’impatto nei confronti degli 11 milioni di immigrati clandestini, in larghissima parte ispanici, e quindi cattolici. Un passaggio molto rilevante, forse decisivo sia per la Casa Bianca, sia per il partito democratico il cui scopo, in vista del voto di medio-termine, e’ dipingere i repubblicani come cinici e insensibili ai bisogni primari della povera gente e di un ceto medio in ripresa ma ancora afflitto dalla crisi. Insomma, come sintetizza Chad Pecknold, professore di Teologia alla Catholic University of America, ”Obama ha bisogno della spinta di Francesco”.

Tuttavia, Obama sa che perfino dentro la Santa Sede non riuscira’ a sfuggire al tema piu’ controverso della sua presidenza: la riforma sanitaria avversata in ogni modo dalle gerarchie cattoliche americane perche’ prevede la copertura delle spese per i contraccettivi. Un macigno che potrebbe incrinare l’idillio tra Barack e il Pontefice. Non a caso, la destra americana, preoccupata da una sorta di ‘Santa Alleanza’ tra Obama e il Papa, mette gia’ le mani avanti, avvertendo che il Vescovo di Roma non e’ certo un progressista, come tanti media ‘liberal’, americani e non solo lo descrivono.

La loro tesi e’ che non c’e’ stata alcuna reale apertura sulle nozze gay o sullo sfruttamento del lavoro. Anche le frasi dure di Francesco contro l’avidita’ del capitalismo senza regole, a loro dire erano riferite al dramma della fame nel Terzo Mondo, non certo al libero mercato che regola l’economia americana. ”Dopo tanti anni di politica – afferma l’ex Speaker repubblicano Newt Gingrich, convertito cattolico – ho imparato a ignorare quello che scrivono i giornali e andare a leggere direttamente quello che ha detto il Papa. Del resto – aggiunge Gingrich – basti pensare che il New York Times è stato per la maggior parte della sua storia inesorabilmente anti-cattolico. Quindi non ci si puo’ sorprendere se ora cambiano idea. Cosi’ sono fatti i media americani”.