Marino “fuori di testa” alla frutta. M5S si prepara, pure con rapporti a rischio

di Lucio Fero
Pubblicato il 23 Giugno 2015 - 14:19 OLTRE 6 MESI FA
Marino "fuori di testa" alla frutta. M5S si prepara, pure con rapporti a rischio

Marino “fuori di testa” alla frutta. M5S si prepara, pure con rapporti a rischio (foto Ansa)

ROMA – Cupi, tempi cupi per Roma e i romani. Cupi gli anni appena passati, quello dello spreco, clientela, ladrocinio di pubblico denaro e degrado di pubblici servizi. Cupi i giorni del presente, questa estate livida politicamente e socialmente. Cupi i mesi che si annunciano, anzi già si affacciano: i possibili successori di marino sindaco sono, chi per un verso chi per l’altro, il classico passaggio dalla padella alla brace.

Ignazio Marino, sindaco di Roma dal 2013, è “fuori di testa”. Lo è con tutta evidenza. “Fuori di testa” ha diagnosticato l’ormai ex assessore Guido Improta. Solo uno “fuori di testa” può lanciarsi nel vuoto dello slogan “tornate nelle fogne” rivolto, gridato al tutta la destra romana. Solo uno “fuori di testa” può pensare di restare sindaco a dispetto dei fatti e inventandosi ora mezzo Sel e mezzo M5S. Lui che si è proposto come terza via tra Bersani e Renzi, poi si è fatto sponda di Renzi, poi visto che Renzi non gli passava palla ora fa il gauchista-movimentista. M5S non se lo fila, anzi. Perfino Sel sente odore di quella che a Roma si chiama “sola”.

Ignazio Marino è alla frutta, agli sgoccioli e, quel che è peggio, ne è sinceramente inconsapevole. Non ce la fa marino a capire che Mafia Capitale è l’unica cosa che lo ha tenuto ancora lì, sulla poltrona di sindaco. Il governo della città modello Marino, due anni di questo trattamento alla città hanno convinto al stragrande maggioranza dei cittadini che peggio di così è obbiettivamente difficile. Si fa presto a fare il bilancio: servizi pubblici pessimi, tasse altissime, anarchia e abbandono ovunque. Mafia Capitale per un po’ ha incollato Marino al ruolo di sindaco, c’era e c’è l’obiettiva difficoltà di rimuovere un sindaco mentre si scopre che buona parte della Pubblica Amministrazione locale era sotto schiaffo o complice di una criminalità organizzata.

Marino non coinvolto, Marino onesto, Marino fuori da Mafia Capitale sono stati l’ancora cui marino si è aggrappato. Ma avrebbe dovuto avere il buon gusto e il buon senso per chiedere scusa e fare ammenda sulla sua amministrazione. Non li ha avuto, sfoggia un improbabile orgoglio, è “fuori di testa e va a sbattere” come facilmente pronosticano gli assessori che lo lasciano. Adesso ha anche impartito l’ordine di sforare il patto di stabilità, a Roma, a Roma dove per un paio almeno di decenni l’imperativo dovrebbe essere il rientro da debiti mostruosi, il rientro, non il nuovo sforo..

Marino alla frutta, M5S si prepara. Si prepara ad un possibile sindaco di Roma M5S. Possibile, perfino probabile. Si prepara anche con…rapporti a rischio. Come quelli, scovati da Jacopo Jacoboni su La Stampa, tra Carla Ruocco, emissaria del MoVimento e i balneari di Ostia. I balneari, i proprietari degli stabilimento balneari. Quelli che hanno di fatto requisito l’intero litorale, costruito di fatto un muro che nega spiaggia e mare, perfino al vista, a chi non paga per entrare nel loro stabilimento, quelli dai canoni bassissimi pagati allo Stato e dalla tasse ancora più basse se mai pagate, quelli che ‘è solo una baracca, quattro assi e sudore della fronte’ e invece sono due ristoranti, una piscina e cento cabine? Quelli? Sì, quelli. Siccome i balneari a Ostia sono impegnati in dura lotta contro il Pd, Carla Ruocco ha deciso che il nemico del mio nemico è mio amico. E ai balneari di ostia ha perfino regalato la patente di “onesti”, il che in casa M5S non è cosa da poco. Infatti dentro M5S, alla base e al vertice, molti non hanno gradito.

Ma è solo l’assaggio di una possibile campagna elettorale (quella di sostanza non di facciata) e di una possibile condizione in cui si troverebbe ad operare un sindaco di Roma M5S. I quasi 30 mila stipendi di dipendenti comunali rinforzati dal salario accessorio senza prestazione accessoria corrispondente non verrebbero certo abbonati al sindaco M5S da chi li prende a fine mese. Ama e Atac, aziende rifiuti e trasporti non cesserebbero di registrare il massimo dell’assenteismo e il minimo della produttività, le maestre d’asilo non smetterebbero di ammalarsi, socialmente ammalarsi per far posto alle supplenti e alla e supplenti delle supplenti…Bar e ristornati non cesserebbero di rubare suolo pubblico con tavolini e affini per farsi letteralmente gli affari loro, i seimila vigili urbani non cesserebbero di essere contro parte del Comune…Insomma le corporazioni e lobby. ambulanti e abusivi compresi, un sindaco M5S o li sta a sentire o…li sta a sentire.

Ma ci sarebbe Alfio Marchini, il Brugnaro de noartri, il nome e l’uomo dietro cui il centro destra marcia ma non si vede. Un uomo pratico Marchini, talmente pratico d essersi autosospeso dal consiglio comunale, mossa che le agenzie di stampa hanno subito segnalato. Alfio Marchini, un ragazzone ormai un po’ attempato cui va un sacco di giocare con la politica. Così come a suo tempo giocò con l’editoria e con un sacco di altre cose. Un simpatico e cortese snob che fa il pop…

Ci sarebbe Giorgia Meloni, se la destra romana facesse in proprio. Giorgia Meloni sindaco…ora è vero che Marino è fuori di testa quando dice delle “fogne”. Ma la destra romana al governo di Roma è quella che, carte giudiziarie alla mano, ha garantito “l’acme della corruzione e del potere di Mafia Capitale”. La destra romana è quella che è passata con tutta naturalezza dallo “a noi” con braccio teso allo “a noi” con la busta e la mazzetta in tasca. Il governo Alemanno, stesso partito della Meloni, è stato, ed è stata un’impresa, peggiore, ancor più pessimo di quello Marino. Tempi cupi, poveri lupi.