Il governo Bersani-Gambaro-Rodotà, l’Uomo Ragno aveva un impegno

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 17 Giugno 2013 - 13:20 OLTRE 6 MESI FA
Governo Bersani-Rodotà, Gamabaro. E l'Uomo Ragno?

Governo Bersani-Rodotà, Gamabaro. E l’Uomo Ragno?

ROMA – Il governo Bersani, Gambaro, Rodotà…l’Uomo Ragno aveva un impegno e non ce l’ha fatta a partecipare. Da capo, dal principio, perché è una bella storia. Comincia con Bersani, sì proprio lui, ancora lui. Che ti inventa Bersani, lo scaltro Bersani, quello che ha smembrato la strategia di Berlusconi e messo in angolo e castigo Grillo come si è visto alle elezioni e anche dopo? Ecco che cosa gli appare più o meno in sogno a Bersani: M5S scissione, quindi senatori e deputati quanti bastano di M5S che fanno altro gruppo parlamentare, fanno ciao ciao a Grillo e soprattutto fanno tutto questo per dare ragione postuma a Bersani e fare un governo come sognava lui, diceva lui: un governo Pd sorretto al Senato ma anche un po’ alla Camera dove serve meno da una responsabile e volenterosa pattuglia organizzata di M5S “buoni”.

Insomma il governo Bersani-Gambaro. Cui andrebbe certo aggiunto qualcosa anzi qualcuno di massimo peso di immagine e sostanza, il più simbolico nome del possibile, già quasi nascente “governo del cambiamento” (quello di Letta Bersani lo ha derubricato a “governo di servizio”): Stefano Rodotà of course. Un asse quello Bersani-Gambaro-Rodotà capace di far calamita e mastice per Sel e Vendola, Landini e la Fiom, Camusso e la Cgil, Gino Strada ed Emergency più tutti gli Occupy d’Italia. E tutto questo grazie al miracolo finalmente in via di attuazione della scissione, anche mini va bene, di M5S. Bersani ha visto, sta vedendo in Madonna-Gambaro più o meno la prova vivente che lui Bersani aveva ragione: il governo Pd sorretto da un po’ di M5S si può fare. L’unico guaio è aver ragione tre mesi dopo, ma Bersani ci conta che si può rimediare.

Per adesso Bersani si accontenta dell’ipotesi del governo Bersani-Gambaro-Rodotà. Ipotesi che Bersani sventola in faccia a Berlusconi per fargli monito: guarda che se ti azzardi a…a fare qualunque cosa, allora noi facciamo questo governo, altro che andare ad elezioni. Soprattutto questo governo del sognare Bersani lo agita in faccia a Renzi per dirgli: mai e poi mai, faremo qualunque cosa perché tu non sia segretario, leader e magari anche premier con le tue idee non “bollinate” dalla Suprema Ragioneria della Sinistra. Anche un governo con quel che avanza di Grillo, tié!

Uno dice, va bene: Bersani non se ne fa una ragione, il colpo è stato troppo duro, l’elaborazione della realtà è faticosa. Ma non è solo Bersani che vede “Madonne”, ecco Fassina che in sintonia con Brunetta ha “visto” come non si aumenta l’Iva non perdendo un euro di gettito fiscale. Si danno alle aziende 15 miliardi in più dei 40 promessi, il 20% di 15 fa 3 e quindi le aziende che incassano 15 pagano 3 di Iva e il gioco è fatto. Peccato che lo Stato quei 15 non li ha e li potrebbe avere solo emettendo debito, quel che lo Stato non può fare. Insomma la soluzione Fassina-Brunetta è stampare carta moneta, e ci si sono messi in due!

Ce c’entra questo con il governo Bersani-Gambaro-Rodotà? C’entra perché un governo così farebbe appunto tutto così: stamperebbe moneta che non c’è. Assumerebbe tutti i precari di qualunque Pubblica Amministrazione, pagandoli a debito, cioè pagandoli per un anno o due e poi non pagandoli più a vita perché la Pubblica Amministrazione andrebbe insieme con lo Stato in bancarotta. Un governo così sforerebbe il tre per cento e anche il quattro e il cinque per cento del deficit annuo. E quindi si troverebbe entro sei mesi al massimo a pagare il 6/7 di interessi sui duemila e passa miliardi di debito pubblico (oggi in media si paga tra il 3 e il 4 per cento). Un governo così non taglierebbe un euro dei 300 miliardi di spesa pubblica che restano dopo aver pagato pensioni, sanità, scuola e tutto il Welfare (per la verità neanche gli altri governi lo fanno). Anzi un governo così per quel tipo di spesa stamperebbe altri miliardi.

Un governo così sarebbe una maledizione economica e sociale sicura e, ancora peggio, travestita nei suoi primi passi da sociale benedizione. Senza contare che un governo così neanche tanto si può fare. Scelta Civica non ci starebbe e i voti alle Camere comincerebbero ad essere risicati. E non ci starebbe proprio una parte del Pd, difficile dire quanto grande ma certo una parte non ci starebbe. Bersani, l’intuizione Bersani potrebbe essere l’astuta mossa di “togliere” 20 parlamentari a Grillo per perderne 80 del Pd.

Un governo così, se mai si facesse, darebbe qualche ragione perfino alla Santanché che fa sapere: entro un anno ci consegnerebbe il 70 per cento dei voti. Magari il 70 no, ma la maggioranza di sicuro sì. Un governo così hanno poi fatto sapere più o meno in tandem Epifani e Bersani non è un progetto, è solo una “constatazione”. Poi i bersaniani hanno fatto più precisamente sapere che l’ipotesi di un governo così serve a “coprirsi a sinistra” nel dibattito congressuale del Pd. Qualunque cosa voglia dire “coprirsi a sinistra nel dibattito congressuale”, una cosa è certa: per ora il progetto dell’astuto Bersani non si compie ma resta là, in attesa che arrivi a completare la squadra di governo l’Uomo Ragno. Per ora aveva un impegno ma i bersaniani sono convinti di poterlo coinvolgere, prima o poi.