Emanuela Orlandi: Alì Agca e Fassoni Accetti, documenti fuffa

di Pino Nicotri
Pubblicato il 8 Maggio 2013 - 06:00| Aggiornato il 20 Marzo 2023 OLTRE 6 MESI FA

L’elenco dei fatti stravecchi e stranoti, ignoti solo alle giovani leve di lettori e telespettatori, non è però ancora finito. Agca infatti aggiunge:

“Ascoltami caro amico Pietro… questi sono dei dati di fatto immensi ed incredibili che un bravo giornalista può trovare in pochi giorni negli archivi dell’agenzia Ansa…. il quotidiano “İl Messaggero di Roma.” etc… İnoltre tu devi ricordare questa organizzazione ha collocato dei messaggi-lettere-nastri etc… dentro il Vaticano… vicino al CastelGandolfo residenza estiva del Papa… davanti il parlamento italiano… Vicino İl Quirinale… etc… Senza lasciare nessuna traccia… caro Pietro… la tua intelligenza non ti chiede… COME FU POSSİBİLE TUTTO QUESTO ?”.

In effetti, l’intelligenza di chiunque si chiede come è “possibile tutto questo”, e cioè che ancora si dia credito a un individuo simile e ci si possa prestare a diffonderne le parole. Ma leggiamo cos’altro “rivela” Agca:

“İnoltre da ricordare un dato importante… o Corriere della Sera… oppure “İl Messaggero di Roma” hanno pubblicato nell’anno 1983 una foto ripresa nel marzo 1983 in cui Emanuela e Mirella si trovano insieme accanto al Papa durante una udienza privata. Allora chi ha portato Emanuela e Mirella davanti il Papa per una udienza privata per fotografare ed per far pubblicare quella fotografia dopo il rapimento di Emanuela e Mirella? anche questo e’ un dato di fatto immenso ed incredibile”.

Qui siamo di fronte al falso più sfacciato, come certo non solo Pietro Orlandi sa bene ed è strano che non lo denunci ad alta voce. Non esiste infatti nessuna foto di Emanuela e Mirella fotografate assieme in udienza privata da papa Wojtyla. Esistono solo ed esclusivamente le foto delle migliaia di studenti delle scuola romane man mano ricevuti dal papa nelle usuali pubbliche udienze del mercoledì.

Foto che ritraggono i ragazzi e le ragazze in gruppetto o quasi da soli vicino al papa e che ogni famiglia era libera di comprare come foto ricordo dal solito negozio del fotografo Mari a Borgo Pio, pochi metri dall’ingresso in Vaticano della Porta S. Anna. Esattamente come chi va in crociera o anche solo su un traghetto per la Sardegna o la Sicilia viene fotografato se sale in nave a piedi e se vuole compra la foto souvenir trovandola bell’e sviluppata nell’apposito salone di passaggio comune.

Infine, il consiglio strategico finale del “Che fare?” suggerito dal turco:

“Veda Pietro… io stimo il tuo coraggio ed energia. Non devi mollare mai. İl castello dell’intrigo sta per crollarsi. Devi insistere con questi documenti storici presso migliori giornalisti italiani. Ti saluto fraternamente. İo sono pronto incontrarti in İstanbul il più presto possibile. ALİ AGCA”.

Nessun dubbio che Agca sia pronto a incontrare ancora una volta l’Orlandi o ancora una volta qualche altra troupe che venda le sue “rivelazioni” di nuovo a Quarto Grado, di Mediaset, o a qualche rotocalco o programma televisivo basato su “misteri” ed “enigmi”. Riguardo il fatto che il castello dell’intrigo stia per crollare si tratta solo di chiarire quale: l’intrigo che ha impedito e impedisce che sul caso Orlandi ci si raccapezzi e si faccia chiarezza o il castello di chiacchiere e depistaggi alla Agca? Questo secondo tipo di castello dell’intrigo man mano che è crollato è stato sempre ricostruito e ridipinto per farlo sembrare nuovo, nuovi fondali per la stessa piece e nuovo ennesimo tempo dello stesso film. Di qualità sempre peggiore, il che è tutto dire.

Che Agca racconti storie è comprensibile. Oltre ad essere da sempre un esibizionista affabulante della migliore specie, ha di recente pubblicato in Italia il libro dove racconta la sua vita, le sue gesta e annessi intrighi. Comprese ben tre strabilianti nuove “rivelazioni”. La prima è che di sparare al papa dei cattolici glielo ordinò di persona quella sorta di papa dei musulmani che era l’ayatollah Khomeini, all’epoca guida politico spirituale dell’Iran. La seconda è che c’è lo zampone dell’Iran anche nel “rapimento” della Orlandi. La terza è che la ex ragazza, ormai donna matura, è stata chiusa in un convento di clausura in Italia per decisione comune del Vaticano e dell’Iran.

Agca ha quindi bisogno di pubblicità “a gratis” per cercare di vendere qualche copia in più, visto che il libro non se lo fila nessuno. Però a proposito di questo libro una domanda va fatta sia al suo autore che alla casa editrice Chiare Lettere che glielo ha pubblicato avvalorandone le affermazioni con una apposita presentazione a Roma. La domanda è la seguente: come ha fatto Agca a ricordare tutti gli infiniti particolari, date, nomi, qualifiche e località di cui narra se lui stesso ha più volte spiegato che i quasi 35 anni di galera passati in Turchia, Italia e di nuovo Turchia gli hanno impedito di conservare anche solo un appunto e foglio di carta di anche solo un documento? Oltre ad avergli ovviamente impedito di tenersi comodamente in cella un archivio personale di documenti pregressi.

Agca aveva già promesso, e mica una sola volta, anche a Pietro Orlandi nella sua ultima visita a Istanbul, gradito ospite dell’avvocato Mustafà, che “entro la fine di questa estate” gli avrebbe scodellato Emanuela direttamente a casa.