Emanuela Orlandi, quanti si accaniscono sulla sua memoria

di Pino Nicotri
Pubblicato il 20 Luglio 2011 - 12:05 OLTRE 6 MESI FA

Dopo il carabiniere, il prete, il “Lupo grigio” Alì Agca che ha sparato a papa Wojtyla, il “Lupo solitario” sedicente ex 007 del Sismi e annesso manicomio londinese, più una infinità di veggenti, rabdomanti, sensitivi e mitomani vari, come li ha elencati e giustamente definiti il sostituto procuratore generale Giovanni Malerba già nel 1983, ecco che a dire che Emanuela Orlandi è viva spunta anche il romanziere. Portoghese di nazionalità e Luis Miguel Rocha di nome e cognome, ha fatto la sua bella sparata alla manifestazione “Tabularasa”, che si autodefinisce “rassegna sulla legalità”, tenuta a Reggio Calabria il 19 di luglio.

Da bravo romanziere, Rocha s’è spinto però più avanti di tutti: “Affermare che Emanuela sia sparita è un insulto a tutti gli italiani. Io so che lei è viva; so che è così perchè l’ho incontrata”. Tralasciamo che – come ho riportato nei miei due libri sull’argomento – a dirmi chiaro e tondo che Emanuela è sì sparita, ma NON è stata rapita, sia stato nel 2002 l’avvocato Gennaro Egidio, legale degli Orlandi fin dai primi giorni della scomparsa, avvenuta nel giugno 1983. Egidio, la sua dichiarazione, supportata da varie faccende, me l’ha cioè fatta dopo ben 19 anni nel corso dei quali aveva seguito per filo e per segno giorno per giorno qualunque cosa riguardasse, anche solo da lontano, sia la scomparsa di Emanuela Orlandi che quella di Mirella Gregori, dato che Egidio era diventato il legale anche dei Gregori.

Per inciso: Egidio ha affermato che anche Mirella è sì sparita, ma NON è stata rapita. A lanciare quello che per Rocha sarebbe “un insulto a tutti gli italiani” è stato dunque per primo, e autorevolmente, lo stesso legale degli Orlandi! Ma tralasciamo. E proseguiamo. Rocha è arrivato a sostenere pubblicamente e pateticamente quanto segue: ”Ho percepito negli occhi d Emanuela l’angoscia di un’anima che ha vissuto un’esistenza terribile. Adesso mi diranno che sono un pazzo, ma ormai sono vaccinato. Sono sicuro di quello che dico”. Non ne dubitiamo…

No, noi non diciamo che Rocha è pazzo, tutt’altro, anche se è vaccinato. Pazzo no, furbo magari invece sì. Perché dunque il romanziere portoghese ha fatto la sua “clamorosa rivelazione”? Per avere la risposta non ci vuole molto: basta sapere quali romanzi ha finora scritto il signor Rocha. Anzi, bastano i titoli. “La santa verità” è il titolo di un libro che vorrebbe essere la rivelazione di un’altra clamorosa verità, e il cui contenuto è così pubblicizzato:

“La notte dell’elezione al Trono di Pietro, Benedetto XVI, come ogni Papa prima di lui, ha ricevuto un antico documento. Trasmesso solo dopo l’incoronazione, questo documento è la prima cosa che un Papa legge, e custodisce il segreto più scottante della Chiesa Cattolica. Un segreto da preservare ad ogni costo. Un misterioso Vangelo, conservato da un milionario israeliano a Londra, potrebbe però essere la chiave per capire cosa contiene il documento. E secondo alcune voci, i Rotoli del Mar Morto, trovati per caso da un pastore nel 1947, sarebbero un falso per occultare questa scioccante verità. Rafael, sacerdote dei servizi segreti vaticani, viene inviato a indagare ed entra in possesso di prove che potrebbero implicare la sua amica Sarah Monteiro, la giornalista inglese che sa già troppo sui segreti della Chiesa. Il mondo sta per conoscere le rivelazioni contenute nel documento segreto del Papa? O il Vaticano riuscirà a mettere tutto a tacere per sempre?”.

Dopo tali roboanti e vacui interrogativi, ecco il secondo titolo: “La morte del papa”. Argomento cha ha già fatto la fortuna di David Yallup, che ci ha lucrato vari milioni di copie vendute, cioè vari milioni di euro, e che per quanto riguarda il romanzone di Rocha viene così sobriamente sintetizzato:

“Sarah Montero, giornalista portoghese che vive a Londra, riceve per posta una strana lista di nomi che cambierà tutta la sua vita. Accusata di crimini che non ha commesso, perseguitata dalla polizia, Sarah sarà una fuggitiva inseguita da un’organizzazione segreta della P2, Ultimo Papa, che vuole recuperare quella lista insieme ad altri documenti appartenuti a Papa Luciani. In un susseguirsi di avventure, la donna, insieme a Rafael, un misterioso uomo che incontrerà sul suo cammino e che la porterà da Londra a New York passando per Lisbona e Roma, sfiderà più volte la morte alla ricerca della verità sull’assassinio di Papa Luciani”.

Ovviamente non poteva mancare “Pallottola Santa”. Di che si tratta? Ecco come viene pubblicizzato:

“E’ un thriller emozionante che rivela aspetti fino ad oggi sconosciuti e sconvolgenti sul pontificato del papa più amato di tutti i tempi. Cosa c’era dietro l’attentato che avvenne in piazza del Vaticano nel 1981? Chi è, e cosa sapeva veramente Ali Agca? E cosa si sono detti Papa Giovanni Paolo II e Ali Agca, quando si sono incontrati il 27 dicembre del 1983?”.

Come si vede, il mistero, anzi i misteri vaticani sono il pane con il quale Rocha si guadagna onestamente il pane. Perché non intingerlo magari un po’ meno onestamente nel ricco sugo del “mistero” Orlandi, sul quale si sbizzariscono da ormai quasi un trentennio un po’ tutti? Avanti il prossimo…. Eh sì, perché, come si suol dire, “Avanti c’è posto”.

Il lato ridicolo e ormai anche volgarmente cinico di questo susseguirsi di “scoop” di panna montata e “supertestimoni” irranciditi è che si sostiene di tutto e nello stesso tempo il suo contrario: è stata la “banda della Magliana” e sono stati “i servizi segreti”, con la supervisione in loco dello 007 “Lupo solitario”, al secolo Luigi Gastrini; sono stati i “Lupi grigi” terroristi turchi per scambiare Emanuela con la scarcerazione del loro sodale Agca e nello stesso tempo è stato Enrico De Pedis detto “Renatino”; per Agca è stata rapita “dal governo del Vaticano”, per Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, è stata rapita “da un sistema”. No comment! E’ meglio.