In autostrada costa meno. Il taglia centesimi alla benzina a 1,80

Pubblicato il 4 Gennaio 2012 - 13:05 OLTRE 6 MESI FA

(LaPresse)

ROMA – Strano ma vero: in autostrada costa meno. Stiamo parlando della benzina e dei carburanti in genere. A memoria d’uomo era stato sempre il contrario: per fare il pieno in autostrada, bisognava spendere qualcosa in più rispetto a se lo si fosse fatto prima di partire.

La logica di questo costo “aggiuntivo” non era mai stata chiarissima ma oggi, grazie ad un accordo siglato tra Autostrade per l’Italia e i gestori delle pompe di benzina, rifornirsi in autostrada costerà almeno 2 o 3 centesimi meno rispetto a fuori.

Qualche centesimo al litro in meno può sembrare un’inezia ma, a parte sovvertire quello che sembrava un ordine naturale delle cose, lo sconto praticato in autostrada, in tempi di benzina alla stelle, colpa di un barile di greggio venduto a più di 100 dollari e delle tasse varie che sul pieno si accumulano, può costituire una possibilità di risparmio da non sottovalutare.

In questi primi giorni del 2012 il prezzo della benzina ha sfondato più volte il suo record storico, arrivando a costare 1,739 euro al litro nei distributori della Tamoil, con le altre compagnie che seguono a ruota. La stessa Tamoil vende il gasolio auto a 1,702 mentre il suo Gpl costa 0,756 euro al litro. E c’è poco da sperare nella libera concorrenza, perché le differenze fra i vari marchi nei listini della «verde» e del diesel sono come sempre appena inferiori al centesimo per litro.

Se lo “sconto autostrada”, che non riguarderà tutte le autostrade italiane, ma solo quelle gestite da Autostrade per l’Italia, che rappresentano comunque il 50% circa di tutta la rete del nostro Paese, è una novità in tema di risparmio, altre vie, già note, esistono per tentare di evitare il salasso per un pieno.

Un’altra strada per pagare un po’ meno la benzina e il gasolio consiste per esempio nel rifornirsi presso i distributori «no logo», cioè non legati a una singola compagnia; i loro gestori si riforniscono di volta in volta all’ingrosso là dove il carburante costa meno, e così possono praticare degli sconti. Per fare un paragone, in questi giorni, presso queste «pompe bianche» la benzina si pagava 1,642 euro al litro, il gasolio auto 1,601 euro e il Gpl 0,726 euro, prezzi di una decina di centesimi più bassi di quelli dei distributori con il marchio di una rete. Alcuni supermercati si stanno poi dotando di loro distributori, che fanno sconti sui 10 centesimi per attirare clienti verso le merci dei loro scaffali.

Altra possibilità per limare il conto del pieno è rifornirsi da soli, rinunciando al “servito” quando il benzinaio è presente, o facendo direttamente il pieno negli orari di chiusura del distributore. La rete che ha spinto di più l’acceleratore su questa strada è la Esso, le altre inseguono. La stessa Esso e l’Eni possono far pagare anche 10 centesimi in meno a chi fa rifornimento nelle ore e nei giorni in cui gli impianti sono chiusi. Per tagliare ancora di più i costi si sono diffusi poi in Europa i distributori completamente «unmanned», cioè del tutto automatizzati (in Italia sono soprattutto Q8 e Ip).