Controlla il tuo benzinaio uno su cinque annacqua. Loro: “E’ la media normale”

di Riccardo Galli
Pubblicato il 20 Agosto 2012 - 15:31 OLTRE 6 MESI FA
Foto Lapresse

ROMA – Quando facciamo benzina, una volta su cinque, ci stanno fregando. Non lo Stato con le troppe tasse e nemmeno i petrolieri che creano cartelli, questa volta si tratta dei benzinai. Dalle ispezioni della Guardia di Finanza di questi giorni è infatti emerso che oltre il 15% degli impianti controllati erano irregolari, manomessi. “Dati fisiologici nel commercio e nel settore – secondo il segretario nazionale della Fegica Cisl, Alessandro Zavalloni – non mi sembra che ci siano differenze straordinarie rispetto a controlli del passato”. Non ci saranno differenze, ma resta che quasi una volta su cinque siamo vittime di truffa, meglio controllare il nostro benzinaio quindi, fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio.

Su 2.400 distributori di carburante controllati nelle ultime settimane le Fiamme Gialle hanno contestato 356 irregolarità, il 15% del totale. Sono stati denunciati 23 gestori per frode in commercio con il sequestro di 53 tra colonnine e pistole erogatrici che erogavano meno di quanto indicato. Due benzinai di Palermo vendevano gasolio per autotrazione “annacquato” con sostanze chimiche di bassa qualità: olio sintetico pari al 30% del prodotto. Tra Liguria e in Sicilia sono stati sequestrati 21.079 litri di prodotti petroliferi, insieme ai distributori (i contatori delle colonnine erano manomessi). Altri 132 gestori sono stati sanzionati per violazione alla disciplina sui prezzi e 18 gestori per la rimozione dei sigilli che assicurano il corretto e regolare funzionamento degli impianti. Negli altri casi, sono stati sanzionati dalla Guardia di finanza 114 gestori per violazione della disciplina sui prezzi esposti, non corrispondenti a quanto indicato dalle colonnine dopo il rifornimento. In 197 casi è stata avviata la procedura per la revisione degli erogatori da parte dell’Ufficio Metrico della Camera di Commercio, che dovrà procedere ad una nuova taratura degli impianti.

Benzina allungata, prezzi esposti differenti da quelli applicati e pompe che erogano meno di quello che dichiarano. Queste le “furbizie” più comuni con cui gli automobilisti italiani si devono scontrare, perdendo quasi sempre. Piccole ma vere e proprie truffe contro cui i consumatori sono di fatto disarmati, la qualità della benzina non può certo essere verificata da ogni singolo utente come non possono i guidatori controllare la taratura degli impianti. Ma visto che i “furbi” sono così tanti conviene controllare e vigilare, almeno sul fatto che prezzo esposto e applicato siano uguali.

Una lotta impari senza dubbio, tanto più che il 15% di ladri viene considerata una percentuale “normale e fisiologica” a cui, di conseguenza, ci dovremmo rassegnare. Follia ovviamente, che si rubi non è normale e non va accettato e tollerato. C’è chi, per difendersi, come racconta la Stampa, azzera il contachilometri ogni volta che fa il pieno e, facendo lo stesso percorso, se riscontra variazioni nei consumi capisce se l’ultimo benzinaio visitato è stato “furbo” o meno.

Frodi sui carburanti che, spiega la Gdf, colpiscono non solo gli automobilisti, ma anche le casse dello Stato. Infatti la miscelazione con prodotti petroliferi diversi, non soggetti a imposte e di minor costo, da un lato fornisce agli utenti un prodotto scadente quando non dannoso per la meccanica, mentre dall’altro consente di creare riserve occulte di carburante venduto separatamente e “in nero”.
Tra i casi più eclatanti scoperti negli ultimi mesi c’è quello di Sondrio, dove le Fiamme Gialle hanno scoperto 56 aziende lombarde e piemontesi che contrabbandavano da Livigno quasi un milione di litri di gasolio installando serbatoi supplementari nei propri camion. A Palermo invece, due pregiudicati avevano aperto una pompa di benzina completamente abusiva in un’area recintata, videosorvegliata e chiusa da un cancello elettrico comandato a distanza cui potevano accedere soltanto gli autotrasportatori conosciuti.