Marzo fa male alla busta paga: 152 euro in meno da addizionali

di Riccardo Galli
Pubblicato il 27 Febbraio 2012 - 13:47 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – A marzo arriva la primavera, ma anche il conguaglio dell’addizionale regionale Irpef 2011, più l’acconto per il 2012. Una stangata che peserà, in media, per 152 euro in ogni busta paga. Non sarà una rondine a fare primavera, ma le addizionali. Quest’anno il conto sarà particolarmente salato perché, oltre al “solito” acconto del 30% per l’anno in corso, al normale conguaglio per il 2011 si sommerà l’aumento, retroattivo, dello 0.33% introdotto con il decreto “salva Italia”.

L’aliquota per l’anno passato è stata infatti innalzata dallo 0.9 al 1.23%, con effetto retroattivo. Il saldo quindi, per l’anno passato, sarà molto più alto di quanto chi le tasse le paga è abituato a versare. L’aumento poi riguarderà tutti, nessuno escluso, perché si tratta dell’aumento dell’addizionale di base. Quella cioè non nella discrezionalità delle Regioni.

Da Nord a Sud tutti i contribuenti troveranno la lieta novità, la sorpresa prima di Pasqua e fuori dall’uovo. Anche se di sorpresa, in realtà, non si tratta perché la norma era stata introdotta ormai alcuni mesi fa. Solo i contribuenti distratti o non avvezzi a far di conto lo avranno dimenticato. Era stata introdotta, come detto, con il decreto “salva Italia”, quello che ha portato il nostro Paese fuori dal baratro; quello che ha ridato credibilità alla nostra economia e ha riportato lo spread a livelli accettabili e, soprattutto, sostenibili; e quello che ha portato, insieme a tutte le novità introdotte dal governo Monti, la pressione fiscale al 43,8%. Ici da pagare anche sui fabbricati rurali e sulle case all’estero, la nuova Tares che sostituirà la Tarsu e poi i vari tributi locali. E ancora i prelievi più pesanti sulle cosiddette pensioni d’oro e sulle liquidazioni oltre che la caccia all’evasione.

E poi gli aumenti “classici” di benzina e sigarette e il bollo sui titoli, senza dimenticare la spada di Damocle di un possibile prossimo venturo nuovo aumento dell’Iva. Tutte voci che riempiono quel 43.8% su citato diluite nell’arco dell’anno e dei singoli giorni. Ma se dovessimo scegliere quello potrebbe essere definito il “mese nero del contribuente” la scelta senza dubbio, almeno per quest’anno, ricadrebbe su marzo con le sue addizionali.