Stamina, vaccini, animali, ogm: un filo rosso-nero di bugie

di Riccardo Galli
Pubblicato il 9 Aprile 2014 - 13:17 OLTRE 6 MESI FA

ogmMILANO – C’è un filo rosso-nero che lega il vade retro Ogm, lo Stamina per tutti, il fuggi i vaccini e il guai a chi sperimenta farmaci sugli animali. Temi apparentemente distanti ma accomunati da almeno un elemento comune: l’ignoranza, il filo è rosso nero perché è intessuto di militanza politica e orecchiamento culturale sia di destra che di sinistra. Bicolore ma mono marca: è un filo che intesse bugie.

Ignoranza che spesso si alimenta di bugie e mistificazioni e che fa sì che un professore di lettere possa vantare di aver creato una cura innovativa, e trovare poi magistrati che senza alcuna nozione di medicina gli danno ragione. Bugie e mistificazioni che fanno sì che in Italia non si possano coltivare piante ogm ma si possano importare i prodotti da queste derivate, con ovvio danni per gli agricoltori locali. E poi i vaccini che causerebbero l’autismo e la sperimentazione sugli animali bollata come inutile.

“Un filo o rosso se qualcuno preferisce – scrivono Elena Cattaneo e Gilberto Corbellini su Repubblica -, intrecciato di irrazionalità, fanatismo, emotività, tecnofobia, antimodernismo, anti-industrialismo, populismo, etc., collega il caso Stamina, la propaganda politica che ha portato al recepimento restrittivo della legge sulla sperimentazione animale, le sentenze e le indagini sul presunto ruolo dei vaccini nell’eziologia dell’autismo e l’azione politica e legislativa contro la ricerca e la coltivazione di Ogm. Si tratta di una corda alla quale si sta impiccando il futuro di questo Paese. Perché i problemi che verranno non saranno causati tanto dagli effetti immediati di decisioni irresponsabili, ma da quelli a medio termine prodotti dalla manipolazione dei fatti accertati e accertabili”.

Ma chi sono questi fanatici del modernismo, chi sono la Cattaneo e Corbellini? Sono docenti all’Università degli Studi di Milano e alla Sapienza di Roma. Baroni, li bolleranno i Vannoni di tutta Italia. Ma, sino a prova contraria, il metodo scientifico e l’analisi dei fatti sono l’unico strumento serio che consente all’uomo di capire se una cosa è fatta bene o male. Se un vaccino funziona o no, se una cura è efficace o meno. Ed è, il metodo scientifico, quell’approccio che ha permesso al genere umano di progredire, di trovare la cura a mali che prima uccidevano. Forse qualcuno ricorda ad esempio gli antibiotici. E l’elenco, non solo in medicina, sarebbe molto lungo e zeppo di successi da ricordare.

“La confusione sistematica e strumentale tra quel che si può credere, desiderare o preferire soggettivamente, e quel che si può provare o che è stato controllato e accertato oggettivamente, avrà un impatto diseducativo e destabilizzante sul piano di un presupposto culturale e civile che è da secoli il fondamento per una sana e funzionale convivenza democratica: la fiducia nelle istituzioni e quindi anche nella politica”.

Eppure, come sottolineano i due docenti, almeno in Italia il valore di questo metodo è stato ormai dimenticato, soppiantato e spazzato via da altro, complice anche la stampa “culturalmente preparata”.

“Si voleva trasformare l’Italia in una meta di turismo delle staminali – scrivono la Cattaneo e Corbellini -, cioè far fiorire cliniche e protocolli per somministrare pseudocure fantasiose che costano decine di migliaia di euro? Bastava dirlo apertamente, anche se sarebbe stato difficile farlo passare. Non è però eticamente e medicalmente tollerabile che, in assenza di prove, si proponga la somministrazione di staminali, anche se fossero prodotte da veri medici e non da un professore di lettere, come cura consolidata per molte malattie. Checché dicano le sentenze di alcuni giudici che prescrivono i “trattamenti Stamina”. Così come il vaccino trivalente non causa l’autismo, checché ne pensi qualche giudice capace di andare contro montagne di fatti e buon senso, per deragliare e sconfinare in attribuzioni che non gli si addicono. E ancora. Amiamo di più gli animali non umani dei bambini, dei malati o degli anziani? Lo si dica pubblicamente — e qualcuno che magari non ha figli o è insensibile alle sofferenze umane lo dice — che sono uguali agli uomini. Ma non ci s’inventi che i ricercatori “fanno vivisezione” e che la sperimentazione animale non serve, o che esistono alternative per trovare nuove cure o migliorare quelle esistenti per gravi malattie, tra cui Parkinson, Alzheimer, etc. Perché noi queste cose le studiamo e conosciamo davvero, sappiamo come si progredisce nello studio di gravissime patologie e conosciamo le precauzioni nell’uso di animali. Si pensa che alcuni imprenditori più capaci di catturare le “credenze popolari” godano di maggiori diritti economici di altri e che coloro i quali coltivano credenze ingenue sul cibo ne sappiano di più o siano più affidabili di chi conosce la biochimica dell’alimentazione o la genetica molecolare delle piante? Anche in questo caso lo si dica apertamente.

Chiedendo per esempio che invece di pagare ricercatori e docenti universitari che studiano e insegnano genetica, si affidi agli astrologi, agli omeopati o ai teosofi la formazione dei nostri agronomi, dei medici, e di coloro che poi entreranno nel circuito produttivo di innovazione industriale per partecipare alla crescita economica del Paese. Sarebbe più onesto, invece di sostenere che gli ogm sono dannosi per l’ambiente e mettono a rischio la sicurezza alimentare. Tout court e acriticamente. Anche perché larga parte dei prodotti derivati da piante come la soia e importati in Europa, tra cui i mangimi che nutrono gli animali da cui si ottengono i prodotti Dop, sono ogm. Ovvero, in Italia non si possono produrre mais e soia ogm per fare mangimi economicamente competitivi rispetto a quelli ogm ipocritamente importati da Argentina, Brasile, etc. penalizzando l’agricoltura italiana. Un documento pubblicato l’anno scorso dall’European Academies Science Advisory Council — di cui è parte anche l’Accademia dei Lincei — sulle sfide e le opportunità della piante geneticamente migliorate dice esplicitamente che gli ogm non sono dannosi per l’ambiente e non attentano alla sicurezza alimentare. In esso si dice che, utilizzati tenendo conto delle esigenze ecologiche e delle caratteristiche della tecnologia, le biotecnologie genetiche possono ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura, limitando l’erosione dei terreni e riducendo l’uso di pesticidi ed erbicidi, ovvero consentendo di sviluppare miglioramenti genetici mirati secondo diverse esigenze locali”.

Imprenditori senza scrupoli, approfittatori, veri e propri truffatori, ingenui, politici conniventi e/o ignoranti, giornalisti anche loro conniventi e/o ignoranti sono tutti, a diverso titolo, responsabili di questa perdita del lume della ragione.