Vanessa Zappalà bersaglio, indifendibile a norma di legge

di Lucio Fero
Pubblicato il 25 Agosto 2021 - 10:05 OLTRE 6 MESI FA
Vanessa Zappalà bersaglio, indifendibile a norma di legge

Vanessa Zappalà bersaglio, indifendibile a norma di legge (Foto Ansa)

Vanessa Zappalà è stata ammazzata a colpi di pistola da Antonino Sciuto che pubblicamente aveva promesso di ammazzarla. E pubblicamente lo ha fatto sul lungomare di Aci Trezza. Antonino Sciuto non faceva solo minacciose chiacchiere. Si appostava, duplicava chiavi di casa, applicava Gps all’auto di Vanessa per controllarne i movimenti. Antonino Sciuto, suicida dopo l’omicidio di Vanessa, faceva fatti oltre che parole post sui social dove una pistola alla tempia accompagnava la scritta: ti amo.

Antonino Sciuto un magistrato l’aveva messo ai domiciliari. Domiciliari, si scrive arrestato ma domiciliari non è galera. Ma ad un altro magistrato domiciliari per Sciuto è apparso troppo. Quindi ingiunzione a non avvicinarsi a Vanessa a meno di duecento metri e per il resto piena libertà e niente più domiciliari durati pochi giorni. Antonino Sciuto quindi si arma, si organizza e va a colpire il suo target, il suo bersaglio umano designato e annunciato.

Antonino Sciuto: a norma di legge

Dichiarazioni all’Ansa di Nunzio Sarpietro, presidente del competente Ufficio Gip: “Non mi sento di contestare alcuna colpa al mio collega (quello che ha revocato i domiciliari per Sciuto) ha agito secondo la legge…anche se Sciuto fosse stato ai domiciliari avrebbe potuto evadere e commettere il delitto…”. Poi il magistrato suggerisce misure per la protezione delle donne minacciate: braccialetti elettronici per gli stalker e analoghi per le vittime che, quando i due si avvicinano troppo…Non mancano richieste di corsi di formazione e riabilitazione e recupero per i violenti nel rivendicare la proprietà della donna.

Omicidio imponderabile

Soprattutto il magistrato usa un termine e colloca l’assassinio di Vanessa in una categoria: imponderabile. Imponderabile che un uomo che minaccia, spia, controlla la potenziale e annunciata vittima poi si faccia assassino? Oppure errore (errore e non colpa) di ponderazione e valutazione? A norma di legge…

Non di rado i magistrati rivendicano un giusto e doveroso diritto e ambito di interpretazione della legge per poterla davvero applicare e rendere viva. Spesso però, a seconda delle circostanze, non riconoscono più questo diritto all’interpretazione da loro stesso invocato. E trovano riparo dietro la  inflessibile rigidità della norma.

A norma di legge Vanessa non poteva essere protetta di più dallo Stato cui si era rivolta? Se davvero fosse così e così fino in fondo vorrebbe dire che ci sono leggi imbelli contro chi ammazza la donna che considera cosa sua. Vorrebbe dire che Vanessa e le altre prima e dopo di lei (in media una ogbni tre giorni) sono bersagli indifendibili a norma di legge.

La rassegnazione

Ma così non è, non del tutto. C’è nelle dichiarazioni del magistrato all’Ansa un eccesso di pragmatismo (“anche ai domiciliari poteva evadere e quindi…) che sfocia in rassegnazione per così dire culturale. La legge, gli avvocati, la mancanza di precedenti (!), la probabile o almeno possibile indulgenza routiniera delle figure intermedie chiamate a dire di Sciuto (sociologo, assistente sociale…), il ritrarsi dietro il come si fa a controllare tutto…. Una rassegnazione che non è certo una colpa nell’operare di un magistrato, ma di certo non è una virtù civile.