Brexit, l’ultima di Boris Johnson: due confini in Irlanda per 4 anni. Dublino dice subito no

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Ottobre 2019 - 14:40 OLTRE 6 MESI FA
Brexit, l'ultima proposta di Boris Johnson alla Ue

Il premier britannico Boris Johnson (Ansa)

ROMA – “Due confini per 4 anni”. Questo il senso della proposta di Boris Johnson, anticipata dal Telegraph, per un accordo con l’Ue sulla Brexit come alternativa al backstop per il nodo chiave dell’Irlanda del Nord. Irlanda del Nord che uscirebbe dopo la transizione a fine 2021 sia dall’Ue sia dall’unione doganale, come il resto del Regno. Ma rimarrebbe allineata per 4 anni al mercato unico per i beni agricoli e industriali. Oltre a godere nello stesso periodo di un’esenzione dal codice doganale europeo e dall’Iva europea.

Subito il no di Dublino

Reazioni opposte in Irlanda sulla proposta di accordo di Boris Johnson all’Ue. La ministra degli Affari Europei di Dublino, Helen McEntee, parla di un’offerta ‘prendere o lasciare’ con aspetti “inaccettabili”. E l’opposizione del Fianna Fail di proposte “impraticabili e illegali”. Pieno sostegno a Johnson invece dagli unionisti nordirlandesi (che sostengono il gabinetto Johnson) del Dup, oppostisi in precedenza al backstop e all’accordo raggiunto da Theresa May.

Frontiera mobile tra le due Irlande

Il Daily Telegraph, giornale vicino al premier conservatore britannico, spiega che la proposta prevede l’istituzione di controlli doganali fra Irlanda e Irlanda del Nord non sulla linea di frontiera (che gli accordi di pace del Venerdì Santo del 1998 indicano debba essere senza barriere). Bensì sparsi a una distanza imprecisata da essa: sui due lati del confine.

E prevede per altro verso che i beni agricoli e industriali commerciati fra Paesi Ue e Irlanda del Nord vengano dichiarati al transito attraverso l’Irish Sea fra la stessa Irlanda del Nord e il resto del Regno Unito. Per alleggerire i controlli e facilitare le cose a Belfast, Londra chiede del resto all’Ue di non imporre all’Irlanda del Nord un codice doganale (Ucc) né le proprie regolazioni sull’Iva (Vat), entrambe richieste problematiche per Bruxelles. Oltre a garantire un’esenzione del solo territorio nordirlandese dall’obbligo di uniformarsi alle tutele europee sul lavoro.

Fino al 2025, poi Belfast dovrebbe decidere

Questo regime andrebbe concordato fin da subito nell’ambito dell’accordo di recesso e resterebbe in vigore per quattro anni, dopo la transizione post Brexit già prevista nella vecchia intesa di divorzio raggiunta con l’ex premier Theresa May. Ossia fino al 2025. Poi spetterebbe al Parlamento locale di Belfast decidere se prorogarlo o istituire un confine più tradizionale con Dublino. Decisione destinata potenzialmente a creare forte tensioni fra i maggiori partiti nordirlandesi, unionisti da una parte e repubblicani dall’altra. (fonti Daily Telegraph, Ansa)