Napolitano: “Serve più Europa: necessario andare oltre i trattati”

Pubblicato il 26 Ottobre 2011 - 15:46 OLTRE 6 MESI FA

BRUGES (BELGIO), 26 OTT – Occorre ”rispettare l’insostituibile apporto” alla costruzione europea di Francia e Germania, ma desta preoccupazione ”la riluttanza tedesca ad accettare ulteriori, ormai inevitabili, trasferimenti di sovranità”: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non esita a denunciare l’atteggiamento rigido di Berlino su un trasferimento di poteri dai governi nazionali a Bruxelles.

Nel suo discorso tenut a Bruges all’inaugurazione dell’anno accademico del Collegio d’Europa, Napolitano ha ricordato che fin dalla nascita dell’Europa unita ”l’intesa tra Francia e Germania ha giocato un ruolo essenziale”. ”Rispettiamo ancora oggi l’insostituibile apporto di quei due grandi Paesi europei amici e dei loro leader”. Tuttavia Napolitano ha voluto esprimere ”amichevolmente la preoccupazione per quella che appare una riluttanza della Germania ad accettare ulteriori, ormai inevitabili trasferimenti di sovranità, e dunque anche di decisioni a maggioranza, a livello europeo. In fondo dal cancelliere tedesco e dal presidente francese sono state negli ultimi tempi avanzate proposte poi in parte tradotte nel patto Euro Plus, tali da scavalcare la rigida parete divisoria che si volle sancire nel vigente Trattato a protezione delle competenze degli Stati nazionali contro la progressiva estensione di quelle dell’Unione”.

Le leadership europee, ha sollecitato Napolitano, devono essere consapevoli ”che è indispensabile procedere oltre i limiti rimasti ancora in piedi” nel Trattato di Lisbona.  Napolitano ha indicato nella formula ”più Europa” la ricetta per superare la crisi dell’euro e dei debiti sovrani ma anche la ricetta attraverso la quale il continente può ritrovare la propria ”missione” cioè quella di portare come contributo alla globalizzazione il proprio stato sociale. ”L’esigenza di più Europa – ha detto Napolitano – è con sempre maggiore evidenza divenuta tassativa in un mondo nel quale nessun singolo Paese europeo, nemmeno il più grande ed efficiente, può ‘salvarsi da solo’ e svolgere con le sue sole forze un ruolo significativo”.

Detto questo Napolitano si è domandato se fosse giunto il momento di un nuovo Trattato, ma ha risposto suggerendo ”la massima ponderazione”. ”Bisogna stare attenti – ha osservato – alla delimitazione di quel che va rivisto nel Trattato e innanzitutto mirare a superare il vincolo dell’unanimità delle ratifiche. C’è inoltre il rischio che aprendo il cantiere per un nuovo Trattato, si determini un vuoto o uno stato di attesa, mentre si può o si dovrebbe lavorare innanzitutto e subito per cogliere le possibilità presenti nel vigente Trattato anche al fine di rafforzare la disciplina di bilancio e la sorveglianza sugli orientamenti di politica economica nella zona euro”.

”Si eviti di alimentare una polemica fuorviante come quella sullo spettro di un terribile super Stato europeo, novello Leviatano. Lo sbocco a cui tendere – ha aggiunto Napolitano – non è una replica del modello di uno Stato in maggiore o minore misura centralizzato e pesantemente burocratico, ma una più complessa e articolata costruzione multi-livello”.

Napolitano ha anche preso posizione nel discorso sugli eurobond, ovvero sui titoli di Stato europei: ”Non è venuto il momento di superare quello che è apparso un tabù rispetto a pur diverse ipotesi di introduzione di bond europei?”, ha detto.

”Ho il massimo rispetto per lo sforzo che affrontano, per i dilemmi dinanzi ai quali si trovano i capi di governo, i massimi responsabili delle istituzioni dell’Ue. Nessuna forza politica può continuare a governare, o può candidarsi a governare senza mostrarsi consapevole delle decisioni, anche impopolari, da prendere ora”. Napolitano ha sottolineato la necessità di abbattere il debito pubblico italiano e di varare misure strutturali che favoriscano la crescita, tutte prove ”di indubbia durezza” che il Paese dovrà affrontare.”Nessuna forza politica italiana – ha proseguito – può continuare a governare, o può candidarsi a governare, senza mostrarsi consapevole delle decisioni, anche impopolari da prendere ora nell’interesse nazionale e nell’interesse europeo”. ”Se l’Italia è cosciente delle sfide che ha davanti, deve essere capace di dare le risposte necessarie”.

”Qui non si tratta – ha detto Napolitano al termine dell’inaugurazione dell’anno accademico del College d’Europe – di rendere omaggio alle istituzioni europee, si tratta di fare il suo proprio interesse nazionale e di dare il suo contributo nell’interesse europeo”. I cronisti hanno chiesto a Napolitano un parere sulla lettera che il Governo porterà al Consiglio Europeo: ”Io non sono messaggero dei dispacci del Governo Berlusconi – ha replicato – quindi non lo so, non li ho letti, non spetta a me esaminarli”.

L’Italia, ha detto il capo di Stato, ”non può più tergiversare di fronte all’imperativo categorico” di abbattere il debito pubblico e varare riforme strutturali per la crescita. Napolitano ha detto che di fronte alla crisi dell’euro ”ciascuno Stato deve fare la sua parte, assumersi fino in fondo le sue responsabilità. Tra essi certamente l’Italia. Ora non possiamo più tergiversare di fronte all’imperativo categorico di un sforzo consistente e costante di abbattimento del nostro debito pubblico, ne’ restare incerti dinanzi a riforme strutturali da adottare per rendere possibile una nuova, piu’ intensa crescita economica e sociale. Si tratta di prove di indubbia durezza con cui dobbiamo cimentarci; abbiamo in questi mesi cominciato a farlo, ma molto – ha concluso – resta ancora da fare senza indugio”.