Immigrazione in calo in Italia. Ma si rafforzano le nuove rotte dei migranti

Pubblicato il 22 Ottobre 2010 - 21:12 OLTRE 6 MESI FA

Il ”rischio immigrazione in Italia è in calo perché sono in netta discesa le cifre sugli ingressi illegali. Nei primi otto mesi di quest’anno la pressione migratoria si è attestata al 4% sul totale dell’Unione Europea, contro il 12% dello steso periodo 2009. I soggiorni legali sono scesi del 19% in Italia, in linea con il dato europeo (-22%). E soprattutto gli ingressi illegali di immigrati sono scesi del 72% passando da 7.863 a 2.233

Unica eccezione su questo fronte è data dalla Puglia e dalla Calabria che hanno avuto un’impennata del 440% e questa estate hanno conosciuto il nuovo fenomeno degli sbarchi di clandestini con gli yacht.

A fare il punto della situazione è stato a Varsavia il vicedirettore dell’Agenzia europea per le frontiere Frontex, Gil Arias Fernandez. Anche le rotte dell’immigrazione sono cambiate e oggi il 91% degli immigrati raggiunge l’Europa via Turchia attraverso la frontiera greco-albanese.

Il responsabile di Frontex ha tracciato il quadro dell’immigrazione in Europa e in Italia in occasione di una missione del comitato Schengen a Varsavia, dove ha sede l’Agenzia europea. Il pool di parlamentari italiani guidati da Margherita Boniver è andato nella capitale polacca soprattutto per avviare un confronto ravvicinato con l’Agenzia delle frontiere.

”Frontex – ha spiegato Boniver – si trova a uno snodo importante per assumere un ruolo e funzioni più ampie. L’incontro è stato molto positivo”.

Ma le critiche su Frontex non mancano: cosa fa, quanto costa, è destinata a diventare un carrozzone, come ha più volte dichiarato il ministro Maroni? Arias Fernandez ha spiegato che Frontex pianifica insieme agli stati membri operazioni congiunte contro l’immigrazione clandestina: in Italia potrebbe partirne una l’anno prossimo nello Ionio, ma tutto è ancora in fase di studio.

Frontex non è un organismo politico, non ha poteri in questo senso e non ha mezzi propri. Dispone di uno staff di 265 persone e di un budget di 88 milioni di euro destinato a scendere di 3 milioni nel 2011. Alcuni componenti del Comitato Schengen hanno espresso la volontà di capire meglio a quanto ammonta il contributo che arriva dall’Italia e come viene impiegato. E in generale se non ci sia uno sbilanciamento tra le risorse impiegate per scopi amministrativi e quelle usate per finalità operative.

”Su questo punto – ha dichiarato Boniver – abbiamo avuto ampie spiegazioni e riteniamo non ci siano squilibri. C’è la volontà politica anche da parte dell’Italia di valorizzare le funzioni di Frontex”. Un’opzione che ha una sua concretezza soprattutto in vista dell’allargamento a est dell’Unione Europea in vista dell’ingresso in Europa dell’Ucraina e della Bielorussia e della necessità quindi di presidiare una linea di confine ad est lunga circa 1.000 chilometri.

Il controllo delle frontiere esterne dell’Europa è il core business di Frontex. Insieme alle operazioni di rimpatrio. Per quest’ultimo aspetto l’Agenzia dispone di un fondo di 10 milioni e l’Unione Europea complessivamente ha uno stanziamento di oltre 670 milioni.

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