Italia e Francia tentano di ricucire lo strappo: appuntamento a Roma il 26 aprile

Pubblicato il 6 Aprile 2011 - 21:05 OLTRE 6 MESI FA

Nicolas Sarkozy e Silvio Berlusconi (© Marco Merlini / LaPresse)

ROMA – Roma e Parigi tentano di ricucire i rapporti. Dopo i tanti strappi – dalla posizione sulla missione in Libia all’immigrazione, passando per le querelle economico-finanziarie – l’appuntamento è a Roma dove, il 26 aprile, Nicolas Sarkozy volerà da Parigi per incontrare Silvio Berlusconi.

Con tanti temi di cui discutere ma una sola parola d’ordine: raffreddare l’alta tensione che ha visto negli ultimi mesi volare ‘saette’ da una parte all’altra delle Alpi. Quello annunciatoper fine mese non sarà certo il consueto vertice italo-francese che ogni anno si svolge, alternativamente nei due paesi. Berlusconi e Sarkozy, accompagnati dalle rispettive squadre di ministri (esteri, economia e interno) dovranno riprendere quel filo che li aveva visti, solo un anno fa, a Parigi siglare un vero e proprio ‘asse’ sul fronte del nucleare civile e della sicurezza europea.

E che li ha visti allineati sulla crisi georgiana del 2008 ma anche alleati, in passato, sulla necessita’ di porre l’immigrazione al centro dell’agenda Ue, posizione sostenuta da Roma cui Parigi ha fatto sponda. Un filo che pero’ si e’ rotto negli ultimi tempi, soprattutto nelle ultime settimane. Quando la crisi libica e, più in generale, l’esodo di immigrati che spinge dal sud del Mediterraneo, ha surriscaldato il clima. Prima con la contrapposizione sul comando della missione, con Roma che spingeva per affidare la guida delle operazioni alla Nato, come è poi stato.

Poi con l’annuncio di Parigi di un’iniziativa diplomatico-politica con i britannici per la Conferenza di Londra sulla Libia. E culminata alla vigilia del vertice con una teleconferenza a ‘quattro’ (Usa, Francia, Gb e Germania) da cui Roma è stata esclusa. Ma la tensione è  cresciuta anche, e soprattutto, sul fronte dell’immigrazione. Parigi ha rinviato al mittente la richiesta di solidarietà invocata più volte da Roma.

E – nonostante qualche richiamo dell’Ue – ha mantenuto il punto fino a bloccare a Ventimiglia i tunisini che cercavano di passare oltralpe mentre oggi sono rimbalzate prese di pozione – affidate a media autorevoli come Le Monde e Le Figaro – sui visti temporanei che Roma ha deciso di concedere agli immigrati già sbarcati in Italia. ‘Roma regala la Francia ai tunisini’, titola uno dei due quotidiani mentre l’altro ipotizza un esame di legittimità.

Ma se l’immigrazione è al momento – vista anche l’emergenza che ‘spinge’ – uno dei temi più  evidenti delle contrapposizioni con Parigi, i nodi da sciogliere restano anche quelli economici dopo la vicenda Parmalat e la ‘querelle’ sull’opa. La Francia sembra comunque intenzionata a ricucire ed ha accelerato per il vertice bilaterale, come lasciato intendere con la telefonata che Sarkozy ha fatto nei giorni scorsi a Berlusconi. E ieri anche il Quai d’Orsay ha tentato di smorzare i toni, seppur con la solita prosopopea francese: ”Gli italiani non devono sentirsi emarginati o di serie B”, ha detto il quartier generale della diplomazia d’oltralpe ridimensionando le tensioni con diverse ”’sensibilità” e sottolineando che le cose ”vanno meglio del solito”.

Forse riferendosi alla Libia che potrebbe essere il terreno comune per riallacciare il filo: Roma e Parigi sono le uniche capitali che finora hanno riconosciuto il Cnt, il Consiglio Nazionale di Transizione di Bengasi, come ‘unico interlocutore’, facendo un passo avanti rispetto ad altri partner che ancora non hanno scoperto le carte. In vista del vertice di fine mese, la prima prova di distensione sara’ venerdi’ quando il ministro dell’Interno Roberto Maroni riceverà a Roma il suo collega francese Claude Gueant per affrontare il problema ‘clou’, quello degli immigrati clandestini. Problema su cui la Francia non sembra comunque disposta a linee morbide: secondo fonti di stampa, Gueant ha annunciato che Parigi studia una strategia per impedire che i visti temporanei italiani portino oltralpe un’ondata di immigrati e ipotizzato anche un taglio dei flussi di quelli legali.