Migranti, Germania a Renzi: no Eurobond, tassiamo la benzina

di Edoardo Greco
Pubblicato il 18 Aprile 2016 - 17:36 OLTRE 6 MESI FA
Migranti, Germania a Renzi: no Eurobond, tassiamo la benzina

Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha proposto alla Ue di tassare la benzina per far fronte all’emergenza migranti (AP Photo/Virginia Mayo)

BRUXELLES – No agli eurobond, sì a una tassa sulla benzina per far fronte all’emergenza migranti: il governo tedesco ha detto no alla proposta elaborata nel “Migration Compact” presentato da governo Renzi all’Europa. Il premier italiano proponeva di ricorrere all’emissione di obbligazioni “europee”, cioè Eurobond, per finanziare un piano comune per i profughi. Il no è arrivato dal portavoce dell’esecutivo tedesco, Steffen Seibert: “Conoscete la posizione contraria del governo tedesco sugli Eurobond”.

Sugli strumenti finanziari per affrontare la crisi dei migranti, tra le proposte giunte a Bruxelles, oltre a quella italiana degli Eurobond, c’è anche quella tedesca di una tassa sulla benzina, di cui il ministro tedesco “Wolfgang Schaeuble ha già discusso col presidente Jean Claude Juncker”. Lo ricordano fonti europee.

Sul fronte del finanziamento degli interventi sui rifugiati “c’è già una serie di approcci”, ha aggiunto Seibert, riferendosi al bilancio comunitario e “agli strumenti esistenti, inclusa la BEI”, la Banca europea degli Investimenti.

L’esecutivo tedesco “analizzerà ovviamente in modo approfondito” le proposte del governo italiano, ha precisato Seibert. Abbiamo sempre detto che puntiamo su una soluzione europea complessiva alla questione dei rifugiati, che deve concentrarsi anche sulla rotta del Mediterraneo centrale, la quale è comprensibilmente molto importante per il premier italiano. “È importante riflettere su ulteriori misure”, ha aggiunto.

Matteo Renzi, intervistato dal Tg1, ha risposto così alla Germania: “L’Ue deve farsi carico del tema, noi abbiamo proposto gli eurobond, bene Juncker, se la Merkel e i tedeschi hanno soluzioni diverse ce le dicano, non siamo affezionati ad una soluzione. Ma sia chiaro che il problema lo deve risolvere l’Ue tutta insieme. L’Italia è tornata dalla parte di chi propone soluzioni non di chi urla”.

“La Commissione Ue dà un grande benvenuto” al ‘migration compact’ proposto dall’Italia e il “presidente Juncker é molto contento che l’approccio europeo trovi forte sostegno” da parte dell’Italia e di Matteo Renzi. Così il portavoce della Commissione Ue Margaritis Schinas. “Lavoreremo a stretto contatto con Matteo Renzi per continuare a spingere per avere più Europa”.

“Come l’Italia la Commissione Ue è convinta che solo un approccio europeo più forte, che copra sia la dimensione interna che esterna delle politiche Ue, ci possa aiutare a gestire i flussi dei migranti in modo ordinato, in uno spirito di accresciuta solidarietà e per tornare ad un sistema Schengen pienamente funzionante”, afferma Schinas.

“L’Ue – aggiunge il portavoce – deve gestire assieme le proprie frontiere esterne, provvedere alla protezione dei profughi, offrire vie legali a quelli che vengono in Europa, e mantenere i confini interni aperti: questa è l’agenda della Commissione Juncker e siamo contenti di vedere che è anche l’agenda del governo italiano”.

“Il presidente Juncker ed il suo team lavoreranno a contatto molto stretto col primo ministro Renzi ed il suo esecutivo per continuare a spingere per più soluzioni europee, più ambizione ed un’attuazione più veloce di tutti gli aspetti dell’Agenda europea sull’immigrazione”, conclude.

Rispetto alla proposta di utilizzare gli Eurobond per finanziare le misure per gestire la crisi dei migranti “la Commissione Ue ha sempre sostenuto che occorre essere immaginativi. Abbiamo preso buona nota della proposta italiana, ma sono state formulate anche altre proposte. Non posso dare, in questa fase, una posizione della Commissione Ue” su questo punto, così il portavoce dell’esecutivo europeo Margaritis Schinas sulla proposta degli Eurobond, contenuta nel ‘migration compact’ italiano.

Austria contro Italia. “Il libero passaggio dei rifugiati non risolve i problemi, ma li rende più grandi”. Lo afferma il ministro degli esteri austriaco, Sebastian Kurz, annunciando che oggi al Consiglio “parlerò con l’Italia” del problema al Brennero e “chiederò che si ponga fine al libero passaggio dei rifugiati”. Arrivando nella sede del Consiglio esteri a Lussemburgo, Kurz si dice “felice che sia riuscita la chiusura della rotta balcanica”, aggiunge che ora “l’Italia ha bisogno del sostegno della Ue” ma, aggiunge, “l’Italia non deve limitarsi a lasciar passare i rifugiati verso l’Europa centrale, altrimenti il problema peggiora”.

Il capo della diplomazia di Vienna osserva anche che “l’Austria prende più rifugiati dell’Italia, anche se questo è un paese dieci volte più grande”. Sostenendo che “mi batterò per non rendere necessaria” l’introduzione dei controlli, specifica: “Anche noi non vogliamo introdurre controlli al Brennero, ma può che essere che siamo costretti a farlo e quindi ci stiamo preparando”.

Kurz cerca di addolcire i toni affermando che “introdurre controlli alle frontiere non significa chiudere il Brennero”, ma osserva: “Per la Germania è stato necessario introdurre controlli alla frontiera con l’Austria ed io non posso escludere che per noi sarà necessario diventare più attivi alla frontiera italiana”.

Con 9600 migranti sbarcati sulle coste italiane attraversando il Mediterraneo centrale, a marzo, è più che raddoppiato il numero di persone arrivate, rispetto a febbraio. A marzo 2015 i migranti arrivati erano stati 2.283. Sono i dati di Frontex. Le persone sbarcate provengono soprattutto da Nigeria, Somalia e Gambia.

L’equipaggio dell’Aquarius non è riuscito a recuperare i sei cadaveri che si trovavano sul gommone, di cui si è accorto alla fine delle operazioni di trasbordo. L’imbarcazione, raccontano i soccorritori, si è piegata a “V” e i corpi sono stati sommersi dall’acqua e portati a fondo. Le onde hanno trascinato via anche due dei tre migranti che all’arrivo della nave si erano buttati in mare; l’altro è stato salvato.

Raccontano di essere partiti dalla Libia su un gommone in 130-140. Ne sono stati salvati 108 dalla nave Aquarius dell’Associazione SOS Mediterranee, due risultano annegati, 6 giacevano cadaveri nel fondo dell’imbarcazione: tutti gli altri risultano dispersi. E’ stato un salvataggio tragico, tra onde di due metri e venti forza 5-6 quello avvenuto ieri da parte dell’Aquarius, che ha soccorso un gommone carico di migranti. Il gommone quasi completamente sgonfio, già pieno d’acqua e con il motore in avaria ha iniziato ad avere difficoltà serie dopo nove ore di navigazione, secondo i naufraghi era partito dalla Libia alle 9 di ieri mattina.

Secondo le prime testimonianze dei sopravvissuti, erano 130-140 le persone inizialmente imbarcate a Zabratah (Libia). Alcuni di loro presi dal panico si sono buttati in acqua all’inizio delle operazioni di soccorso dell’Aquarius e due di questi sono annegati nel tentativo di raggiungere la nave, mentre un’ altra persona che si è gettata in mare è stata tratta in salvo. Tutti gli altri risultavano già dispersi all’arrivo dell’Aquarius.

I sopravvissuti provengono Gambia, Guinea Bissau, Guinea Conakry, Costa d’Avorio, Togo, Nigeria, Senegal, Mali, Sudan, Etiopia, Eritrea. I naufraghi, in ipotermia, traumatizzati, e altri con seri problemi di capacità motoria sono stati tutti subito presi in carico dall’equipe medica di Médecins di Monde.