Juncker: “Renzi ci attacca? Me ne frego”. Premier: “Sulle scuole non arretro”

di redazione Blitz
Pubblicato il 7 Novembre 2016 - 16:42 OLTRE 6 MESI FA
Ue, Juncker contro Renzi: Italia bara, terremoto e migranti valgono solo 0,1% del Pil

Ue, Juncker contro Renzi: Italia bara, terremoto e migranti valgono solo 0,1% del Pil

BRUXELLES – Jean Claude Juncker contro Matteo Renzi: “L’Italia ci attacca. Non potrebbe, ma io me ne frego”. E ancora: l’Italia bara, terremoto e migranti valgono solo lo 0,1 per cento del Prodotto interno lordo, ha tuonato il presidente della Commissione europea. L’attacco è arrivato durante una riunione dell’associazione dei sindacati europei, Etuc. E immediata è arrivata anche la replica del presidente del Consiglio italiano: ““Juncker dice che faccio polemica. Noi non facciamo polemica. Si può discutere di investimenti per il futuro ma sull’edilizia scolastica non c’è possibilità di bloccarci”.

Ad incendiare il pomeriggio di lunedì è stato il numero uno della Commissione europea. Parlando delle richieste italiane di flessibilità sui conti per far fronte agli arrivi di immigrati e ai terremoti in Centro Italia, fatte presenti anche nella lettera del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, l‘ex premier del Lussemburgo ha rivolto dure parole all’Italia: “La Commissione che presiedo ha introdotto nell’interpretazione del Patto di stabilità degli elementi di flessibilità che sono andati a beneficio di un certo numero di stati membri. Prenderei l’esempio dell’Italia perché l’Italia non smette di attaccare la Commissione a torto e questo non produrrà i risultati previsti”.

Entrando nel merito delle richieste fatte da Roma sulla flessibilità, Juncker ha sottolineato che “i costi aggiuntivi” per migranti e terremoto valgono lo 0,1 per cento del Pil e che l’Italia aveva promesso di avere un deficit dell’ 1,7% nel 2017 mentre ora ne propone uno del 2,4%: l’Italia “non può più dire che le politiche di austerità sarebbero state continuate da questa Commissione come erano state messe in atto in precedenza”.

Difendendo il Patto di stabilità, il numero uno della Commissione europea ha accusato Roma di non aver mantenuto i patti sul deficit:

“L’Italia oggi, nel 2016, può spendere 19 miliardi in più, che non avrebbe potuto spendere se non avessi riformato il Patto di stabilità nel senso della flessibilità indicato. Sono del parere che la saggezza vuole che teniamo in conto i costi del terremoto e dei rifugiati, come è vero anche per la Grecia, in Italia. Ma i costi aggiuntivi delle politiche dedicate alle migrazioni e al terremoto in Italia sono lo 0,1% del Pil, mentre l’Italia ci aveva promesso di arrivare ad un deficit dell’1,7% nel 2017 ed ora ci propone un deficit del 2,4% in ragione del terremoto e dei rifugiati, quando i costi sono dello 0,1%. Siamo in rapporto stretto con il governo italiano, come con tutti gli altri, per vigilare su tutto. Ma non bisogna più dire, e se lo si vuole dire lo si può fare ma me ne frego in realtà, che le politiche di austerità vengono continuate da questa Commissione come erano state messe in atto in precedenza”.

LA RISPOSTA DI RENZI – “Non sto facendo una battaglia contro l’Europa, ma una battaglia per l’Europa dei valori e degli ideali, non dei muri. Sul bilancio non sto facendo una polemica per il gusto della discussione ma in nome dei valori. Se tu dai 20 miliardi e ne ritiri 12 potrai chiedere che ci sia i rispetto delle regole, che chi si è impegnato sull’immigrazione faccia la sua parte perché non siamo il salvadanaio d’Europa. Chiediamo che l’Italia sia rispettata, che le regole del gioco valgano per tutti. Vorrei che su questi temi tutti gli italiani fossero dalla stessa parte”: immediata, a distanza, è arrivata la replica del presidente del Consiglio italiano.

“Juncker dice che faccio polemica. Noi non facciamo polemica, non guardiamo in faccia nessuno. Perché una cosa è il rispetto delle regole, altro è che queste regole possano andare contro la stabilità delle scuole dei nostri figli, ha sottolineato Renzi, parlando della messa in sicurezza antisismica delle scuole. Si può discutere di investimenti per il futuro ma sull’edilizia scolastica non c’è possibilità di bloccarci: noi quei soldi li mettiamo fuori dal patto di stabilità vogliano o meno i funzionari di Bruxelles. Se i funzionari di Bruxelles vogliono che spendiamo meno”, facciano in modo che si “rispettino gli impegni presi” sui migranti “e vedranno che il bilancio dell’Italia migliorerà”.