Ultrà serbi, Belgrado rilancia: “Ripetiamo la partita”

Pubblicato il 15 Ottobre 2010 - 23:59| Aggiornato il 16 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Tomislav Karadzic

Nella polemica con l’Italia sulle responsabilità per le violenze degli hooligan serbi a Genova, Belgrado va all’attacco, ribadendo le accuse ai responsabili sportivi italiani e chiedendo la ripetizione della gara sospesa a Marassi dopo soli sei minuti. ”La Federcalcio italiana è responsabile per gli incidenti e per la sospensione della partita di Genova”, ha detto oggi a Belgrado il presidente della Federcalcio serba, Tomislav Karadzic.

Parlando in una conferenza stampa, ha aggiunto che, essendo la responsabilità maggiore dalla parte italiana, la Federcalcio serba intende chiedere la ripetizione della partita. ”La Federcalcio italiana aveva la piena responsabilità dell’organizzazione della gara, secondo le regole Uefa. Così avviene dappertutto e le critiche alla Federcalcio serba e alla polizia serba non hanno alcun fondamento”, ha osservato Karadzic, sottolineando che la Federcalcio serba cercherà il 18 ottobre prossimo a Nyon di convincere il presidente della Uefa, Michel Platini, a ordinare la ripetizione di Italia-Serbia.

”Noi riteniamo che sarebbe giusto giocare di nuovo, ma questo è solo un nostro desiderio, vedremo come andranno veramente le cose”, ha affermato Karadzic. Pronta la risposta della Federcalcio italiana, che in un comunicato ha fatto sapere che ”la Figc attende con serenità gli sviluppi dell’iter disciplinare in corso presso la Uefa, e intende continuare a mantenere un comportamento responsabile anche a livello di dichiarazioni. Così come avvenuto, sia nei comportamenti sia nelle dichiarazioni, nella giornata del 12 e nei giorni successivi”.

Nella conferenza stampa a Belgrado Karadzic – che secondo la stampa serba sarebbe stato il vero obiettivo delle violenze degli hooligan a Genova – ha ribadito che la Federcalcio serba ha rispettato tutte le regole previste a livello internazionale. ”Tutte le informazioni su possibili problemi con i tifosi serbi le abbiamo trasmesse alla polizia italiana, ma è mancata la loro reazione”, ha detto. Sul versante politico intanto, mentre si è registrato un mezzo passo indietro da parte del ministro dell’Interno serbo, Ivica Dacic – il quale dopo aver a lungo puntato il dito contro la polizia italiana, ha oggi ammesso che nei giorni scorsi l’attenzione delle forze dell’ordine a Belgrado era concentrata sul Gay Pride e che la partita Italia-Serbia era ”rimasta in secondo piano” – è intervenuto il presidente serbo Boris Tadic.

Ha promesso la mano dura contro i teppisti di Genova. ”Puniremo e isoleremo i violenti, non saranno loro a fermare il nostro ingresso in Europa”, ha detto il capo dello Stato in una intervista al Tg2. Auspicando un miglioramento della collaborazione fra le polizie dei due Paesi, Tadic si e’ detto poi convinto che gli scontri di Genova non avranno alcuna ripercussione nel cammino di Belgrado verso l’Unione europea.

Da registrare infine il ritorno in campo oggi a Belgrado di Vladimir Stojkovic, il portiere del Partizan e della nazionale serba aggredito prima della partita di Genova da ultrà della Stella Rossa che lo accusano di tradimento per aver lasciato la loro squadra per passare all’odiata rivale. Nell’anticipo di campionato fra Partizan e Smederevo (finito 5 a 3 per i belgradesi), Stojkovic – che nei suoi spostamenti è stato scortato da uomini dell’antiterrorismo – e’ stato applaudito e osannato dai Grobari (Becchini), come vengono chiamati i tifosi del Partizan, che hanno fatto prove di tifo ostile alla Stella Rossa in vista del derby (ad altissimo rischio incidenti) del 23 ottobre.