Alemanno e Parentopoli, siluri da destra. Buttafuoco: “Fighetto e vergognoso. Bertolaso con l’acquolina in bocca per sostituirlo”

Pubblicato il 10 Dicembre 2010 - 20:18 OLTRE 6 MESI FA

Pietrangelo Buttafuoco

Le critiche più feroci a Gianni Alemanno, alle prese con lo scandalo delle assunzioni di “parentopoli” arrivano da destra.  A prendersela con il sindaco di Roma, infatti, è

Pietrangelo Buttafuoco, scrittore e giornalista di Panorama, con una lunga militanza nelle file del Movimento sociale e un passato professionale al Secolo d’Italia. Uno di quelli, insomma, che la destra al governo in una città come Roma, l’ha sognata quando non era neppure immaginabile e ora si ritrova con un bilancio che giudica disastroso. Buttuafuoco affida il suo malessere per la gestione Alemanno (e non solo, visto che nel colloquio con Beatrice Borromeo non risparmia neppure Gianfranco Fini) al Fatto Quotidiano e contro il sindaco piovono “gentilezze”: “Alemanno è una vergogna di sindaco, un fighetto che pensa solo alla sua setta”. Quindi il giudizio politico: “E’ spacciato”.

Sulle assunzioni e la piega presa dai suoi ex colleghi di partito l’idea di Buttafuoco è sprezzante: “Hanno cercato di farsi democristiani a suon di clientele familistiche. Non ci sono giustificazioni, a maggior ragione per chi è cresciuto in questo mondo. Chissà come starà soffrendo Pino Rauti”.

Rispetto ad Alemanno, meglio Francesco Storace che “non aveva la tribù, è più simpatico, più ruspante. Alemanno si è infighettito parecchio e i suoi uomini sono sempre stati settari… Chissà ora quanti anatemi mi lanceranno”. La pecca principale del sindaco, secondo Buttafuoco, oltre ad essersi “infighettito” è quella di essersi lasciato sedurre dalla prospettiva di una successione a Berlusconi e di aver abbandonato la cura della città: “Gianni si ubriaca facilmente: è bastato che gli arrivasse all’orecchio che forse il Cavaliere voleva lui come erede. O che i delusi di Fini intasassero i centralini del municipio urlando “Gianni aiutaci tu”. E la fine risulta imbarazzante. È diventato un interventista politico, politichese e politicuzzo. Flavio Tosi, per dire, è un sindaco di tutt’altro livello”.

Per Buttafuoco, per sostituire Alemanno c’è già il disegno pronto. Disegno che ha nome e cognome: Guido Bertolaso. “Aspetta in un angolo, con l’acquolina in bocca, immaginandosi già la campagna elettorale come prossimo sindaco di Roma. Ho notato strane mobilitazioni. È nell’aria: non può stare con le mani in mano”.

Infine l’ultima stoccata a Fini. La Borromeo gli chiede se il presidente della Camera possa ancora intercettare i delusi e Buttafuoco risponde col sarcasmo: “Sì, se intende Massimo. È l’unico Fini che riconosciamo. Gianfranco no”.